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Fede Animale e Ominale

Nella sezione 'Fede Animale e Umanale' sperimenti in te stesso la differenza tra la fede animale (come quando un cane fiuta) e la fede ominale (come quando i figli degli uomini pensano). Scopri come queste due forme di fede si manifestano nella vita di tutti i giorni e come si possono approfondire.


Dopo Euclide, Pitagora e Gesù, l'uomo non è più animale 

Affronta l'apparente incongruenza di Maria Mater Sapientiae (Maria Madre della Sapienza) quando i Vangeli insegnano che Lei non capiva nemmeno le parole di suo figlio. Esplora le apparenti contraddizioni nei Vangeli e comprendine il senso  scientifico e immateriale.


Esplora il Macrocosmo connesso al Microcosmo

Il caos non è che cosmos non ancora decifrato. Onde, la comprensione dell'universo e della fede umana, da un lato, e animale, dall'altro. Scopri le verità universali e inconciliabili che cambieranno la tua prospettiva.

L'uomo ominale chiede a sé stesso una fede diversa da quella di Fido:

 

Nel Vangelo di Luca è detto che a dodici anni Gesù diventa improvvisamente diverso dal solito, tanto che i genitori rimangono stupiti quando lo ritrovano a Gerusalemme nel tempio. Il fanciullo, dopo essere stato smarrito, parlava in modo che i suoi genitori non comprendevano le sue parole. Perché?

Chi più dei genitori può comprendere le parole dei propri figli?

Come mai Giuseppe e Maria non riconobbero nel loro significato le parole del loro bambino? Giuseppe e Maria conoscevano il loro bambino, e lo conoscevano com'era stato fino a quel momento. Quando invece si mette a discutere coi dottori della legge, Giuseppe e Maria non comprendono più il suo linguaggio.

Come mai lo scrittore del vangelo di Luca fa rilevare che i genitori non riconoscono il significato delle parole del loro piccolo? Forse per indicare che non potevano intendere che colui che era nato per opera dello Spirito Santo potesse rispondere parole come: "Perché mi cercate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?" (Luca 2,49).

Non avrebbe dovuto essere naturale la risposta per la sapienza della Madre del Signore e per la fede di Giuseppe?

Anche qui occorre riconoscere che l'intenzione dello scrittore del Vangelo di Luca non è quella di indicare l'incapacità dei genitori nel comprendere il loro fanciullo, e tanto meno quella di negar loro la necessaria serenità per comprendere il piccolo, o di indicare tramite ciò il loro stupore, la loro apprensione: questo non sarebbe che una mera ripetizione delle parole "restarono stupiti" nel versetto precedente (Le 2,48), un passo rafforzativo di stile letterario, una frase ad effetto.

È invece notorio lo stile essenziale dei Vangeli: ogni passo vuol dirci qualcosa di ben preciso. Ed è a questo qualcosa di preciso che dovrebbe tendere una fede NON allucinata, cioè una fede concreta. O vogliamo continuare a credere nell'incongruenza di Maria Mater Sapientiae (Madre della Sapienza) quando i Vangeli insegnano che non capiva nemmeno le parole di suo figlio?

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