Presentazione di Marameo
È evidente oggi (2024) un ritorno all’idealismo non solo negli indignati della “maialità”(*) di come va il mondo ma anche negli stessi uomini-animali della “scienza”, che vedono sempre più sprofondare il loro mondo fittizio.
(*) Creo il neologismo “maialità” dal latino “majalem” ("porco castrato"), così chiamato perché il maiale era anticamente utilizzato come sacrificio a Maia. L'illusione delle apparenze era appunto detta dagli antichi "velo di Maya".
Perfino l’uomo animale (secondo la “scienza”) incomincia ad aprire i suoi occhietti suini 😊: matematici e fisici sentono l’ESIGENZA di un recupero dell’oggettività contro il soggettivismo dell’“idealismo” accademico in università prive di universalità 😊.
Queste università carenti di universalità (il che è un’aporia che farà sempre più riflettere), negando la realtà che, volenti o nolenti è – e sempre sarà costituita dall’oggetto di percezione più il relativo concetto epistemicamente pensato - formano purtroppo una “scienza” con l’acca (“scienzah”), cioè una setta di ignorantoni, che mai potrà essere soddisfatta della propria ESIGENZA (perché anche dentro l’essere umano più abietto o malato c’è sempre un santo o una natura eterea (o eterica) sana che vuole emergere). Senza tale soddisfacimento, la scienzah, non sviluppandosi né evolvendosi in scienza, permane monca, dato che una scienza totalmente soggettivistica ed arbitraria, puramente convenzionale e priva di contenuto conoscitivo, è inaccettabile per lo scienziato che dedichi ad essa le sue migliori energie.
Quanto segue conduce invece a tale soddisfacimento, perché la necessità di CAPIRE permane scotomizzata come realtà: “esiste una necessità molto più sottile e penetra l’animale fino a trasformarlo in OMINALE. Per l’uomo vero, ominale, il capire è quasi un’ossessione, che egli “aggiunge al bisogno di mangiare, dormire, bere riprodursi ed essere sociali” (cfr. “Prigioni: self-made love“). Buona lettura.
IDEALISMO ONTOLOGICO IN BIOLOGIA
Appunti a cura di Marameo (ndm = Note di Marameo),
presi dal volume di P. Heusser, “Scienza e antroposofia. Un’introduzione”

L’idealismo ontologico oggettivo conduce al superamento del riduzionismo scientifico, in primo luogo riguardo al concetto di sostanza di fisica, chimica e biochimica, poi anche in biologia molecolare, nella morfologia e nel concetto di organismo. Non solo atomi, molecole e macromolecole sono costituiti e strutturati in modo gerarchico, ma anche le strutture organiche superiori, come organelli, cellule, organi, sistemi organici e l’organismo nel suo complesso. Ognuno di questi piani emergenti ha sue proprie caratteristiche e leggi. Queste si attuano autonomamente “dall’alto”, se “dal basso” sono date le necessarie sostanze e condizioni.
Il riconoscimento di tali dati di fatto porta a una comprensione olistica di sostanze, sistemi e cause in biologia molecolare e a un concetto olistico di organismo in biologia. L’organismo non è altro che un sistema emergente attuantesi “dall’alto” in complesse e ben coordinate cascate di processi (“auto-organizzazione” organica) e affidato, nella sua realizzazione, ad adeguati materiali e condizioni “dal basso”, che non si può però spiegare a partire da tali materiali e condizioni.
L’”informazione” complessiva dell’organismo risulta essere un contenuto di leggi del sistema, unitario, cioè come unità degli aspetti sovra- e subordinati del sistema, che in definitiva giungono a manifestazione come fenotipo in cui la cosiddetta informazione genetica (genotipo) ne è solo una parte: la sequenza di amminoacidi della struttura primaria lineare delle proteine. Solo questa informazione è codificata come tale negli acidi nucleici e, in più, a essere precisi, NON nel DNA (a quel livello anche soltanto in modo frammentario come “esoni” distribuiti in mezzo a “introni”) ma nell’RNA messaggero, dopo il processo dello SPLICING (concetto dinamico di gene). La struttura terziaria delle proteine si attua poi alle condizioni e all’interno della struttura primaria adeguata, come struttura emergente superiore con le sue proprie fenomenologie e leggi. Queste non sono codificate come tali nel genoma, neppure lo sono le leggi strutturali di altre macromolecole, organelli, ecc., e neppure le leggi dell’organizzazione spaziale e temporale, mediante le quali tutti questi elementi sono correlati gli uni agli altri come in un tutto.
In questo contesto, l’organizzazione TEMPORALE è sovraordinata a quella SPAZIALE. Se l’organizzazione spaziale la si chiama fisica, si può anche attribuire un nome all’organizzazione temporale autonoma, emergente nei confronti di quella spaziale. Steiner la denomina “eterica”.
Sulla base dei processi morfogenetici si cerca di mostrare che l’organizzazione complessiva spazio-temporale corrisponde a ciò che Goethe chiamò TYPUS, cioè l’idea dell’organismo che realizza se stessa in presenza delle necessarie condizioni e degli adatti materiali forniti “dal basso”, manifestandosi “dall’alto”. Tale idea o legge, nel senso del principio conoscitivo di Goethe, secondo il proprio contenuto può essere solo ciò che è trovato empiricamente, tramite osservazione e pensiero, come effettiva organizzazione. Per tale motivo, il concetto di TYPUS di Goethe consente una spiegazione scientifica dell’autorganizzazione organica, senza ricorrere a principi vitali solamente ipotetici o a campi morfogenetici, da un lato, oppure soltanto a elementi subordinati molecolari e meccanici.
Questa prospettiva di una biologia al di là di vitalismo e del riduzionismo appare sostenuta da considerazioni sulla termodinamica, e dal riconoscimento dei principi organizzativi emergenti come qualcosa di operativo, compatibile con l’inevitabile decomposizione del corpo dopo la morte, in base al secondo principio della termodinamica (ovviamente non malinteso dall’uomo sedicente animale secondo la scienzah - ndm).
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