Canzone antica di Nereo, ripubblicata più volte nel web dal 1999 al 2019 e ancora oggi in Marameo 

 

Il termine greco “epicheia” (ἐπιείχεια) è tradotto con “indulgenza”, “affabilità”, “mitezza”, ecc., ecc., ecc. (vedi ad es. Filippesi 4,5; questo è solo un esempio) ma mai nel suo vero significato contestualizzato. Epicheia significa, sì, indulgenza, ma quella che ha a che fare con il verbo “scegliere” (έπιεικέ) l’“equità”, dato che scegliere le regole e fare la cosa giusta non è la stessa cosa (uno studio interessante del 2018 lo trovate in Renato Pilutti https://www.renatopilutti.it/2018/02/13/a-volte-seguire-le-regole-e-fare-la-cosa-giusta-non-e-la-stessa-cosa-o-della-giustizia-giusta-lepicheia/).

L’epicheia è insomma la GIUSTIZIA GIUSTA, attualmente mancante in Italia e nel mondo. Dunque non si tratta di equità nel senso della misurazione che avviene con la bilancia bensì in quello dell’obbedienza a leggi riconosciute come giuste PER l’uomo OMINALE, dato che il shabbàt è PER l’uomo e non viceversa.

Di questo concetto parlo da mezzo secolo ma evidentemente l’epicheia fa fatica ad entrare nelle teste dei legionari. Negli anni passati ho chiamato così anche gli statalisti assoluti del bestialismo materialistico pratico, cioè gli anglo-yankee-sionisti o atlantisti bellicisti.

Marameo continuerà a spiegare il concetto di epicheia all’infinito, dato che la manipolazione del contenuto di questo concetto è infinita, fin dai tempi del “buon samaritano” o addirittura di Esaù e Giacobbe, o ancora oltre: addirittura fin dai “tempi” degli angeli decaduti…  

L’epicheia è infatti una virtù celeste (https://www.seminariobergamo.it/la-virtu-dellepikeia/). Coraggio, non tutto è perduto. E ciò è dimostrato dal fatto che non tutti vanno nelle chiese come prima. Il mondo si sta risvegliando.

Crea il tuo sito web con Webador