ECONOMIA REALE E DI GIOCO

Il gioco in Borsa o d’azzardo è economia fasulla, distrugge quella reale e indebita il socio componente l’organismo sociale, così come un virus, che in mancanza di anticorpi, fa ammalare l’organismo umano. Affinché l’economia reale viva sana nell’organismo sociale a misura d’uomo, è necessaria al componente la conoscenza, anche sommaria, del contenuto concettuale di liquidità. Questa, infatti, scorre nell’organismo umano, a misura di salute. Per esempio, il sangue circola come liquidità e ciò apporta ritmicamente ossigeno in tutto l’organismo. È quindi è un bene.
Il bene circola anche in tutto l’organismo sociale e per tutte le vie possibili come merce (servizi compresi). Nell’organismo umano, un esempio di “merce” che scorre ritmicamente nel sangue è, nei fatti, l’ossigeno.
Parlare di soldi solo mediante logica quantitativa è come parlare di giustizia solo attraverso carta o catena di montaggio (logica matematica) delle sue confezioni.
La carta è un modo ingenuo o primitivo di garantire il rispetto della legge. E lo è soprattutto per l’uomo “scientificamente” animale che non si fida più dell’uomo “scientificamente” animale, vale a dire per l’uomo diffidente di stampo kantiano.
La storia ha però mostrato il fallimento di questo cartaceo garantire: il contenuto scritto della carta va interpretato ed è subito evidente che l’unica legge perfettamente funzionante (non solo in Italia ma in tutto il mondo) è quella che dice “Fatta la legge trovato l’inganno”. Per esempio nessun economista del nuovo o del vecchio secolo conosce più il senso della frase “Pagabile a vista al portatore”. Già questa ignoranza è sintomo di catastrofe conoscitiva del valore della liquidità (o valuta, preziosi, soldi, metallici o cartacei, i quali non sono costituiti di mera quantità.
Per la comprensione delle cose percepibili sul pianeta terrestre, e quindi anche del denaro, occorre la logica in tutta la sua forma di vita pensante, che ripeto e sottolineo, non è solo quantitativa ma anche immaginativa (nel senso della creazione dell’immagine) relativa alla coscienza del “tempo”, ispirante, relativa alla coscienza della “qualità”, ed intuitiva, relativa alla coscienza dell’io, inabitato e protetto dal logos. La penuria di soldi fa pensare per esempio al verde, all’essere al verde, che non è quantità zero di luce o penuria di luce ma casomai qualità della luce. Il verde è infatti il colore che l’organismo umano prende quando inizia a morire, a farsi vegetale e poi cadavere minerale.
Così è anche per l’organismo sociale. La penuria di liquidità è per l’organismo sociale come la penuria di sangue nell’organismo umano, quindi è esattamente il contrario di ciò che diceva Keynes con l’invenzione kantiana del debito pubblico, usato come valuta. Perciò Einaudi diceva che senza la lepre non si può fare il sugo di lepre: se manca la liquidità, non basta stamparne di più come diceva Keynes, considerato l’Einstein dell’economia, cioè il “genio” degli “espedienti magici” (così li chiamò Einaudi) dell’economia.
Anche stampando quantitativamente soldi si ha sempre bisogno di un prestito se si è al verde. Ma andare oggi, 2024 (tempo di moneta-debito-keynesiana-pro-business-recovery-fund) a chiedere un prestito in banca senza conoscere l’essenza dei cosiddetti “strumenti monetari” (denaro, soldi, valuta, di carta, di metallo, assegni, bot, cct, ecc.) è come andare in prigione da volontari o diventare schiavi volontari, oppure ancora cospargersi di sale per farsi sbranare da capre (la capra non capisce la differenza tra sale e uomo salato, per cui arriva a sbranare quest’ultimo se cosparso di sale. Ciò avvenne per esempio in Tirolo negli anni ottanta: un pastore cadde in un dirupo e svenne; il sale che aveva comprato si sparse sul suo corpo e le capre, ghiotte di sale, lo sbranarono).
Il denaro di prestito ha due differenti qualità rispetto al denaro di acquisto (o di consumo) utilizzato, ad es., per le incombenze quotidiane. Poi vi è un altro tipo di denaro, che rientra nel concetto di dono: sono i soldi che i genitori destinano, per es., al figlio per i suoi studi o per altro, oppure sono i soldi che il figlio dà ai genitori per sostenerli nella vecchiaia, oppure ancora sono i soldi imposti come IMPOSTE dal sistema statale. Questo sistema è però primitivo in quanto plenipotenziario. Non dovrebbe essere lo Stato di diritto a imporre imposte, bensì l’Articolazione Economia, essendo lo Stato di diritto l’Articolazione giuridica.
Invece lo STATO PLENIPOTENZIARIO, quello che ci governa oggi, ha in mano anche i programmi scolastici, appartenenti all’Articolazione Cultura. La ricerca culturale dovrebbe però essere libera, non eterodiretta.
Occorre avere chiare queste differenze, pensarle, vederle immaginativamente, prenderne ispirazione e intuire che lo Stato di diritto non può essere diritto di Stato.
Il diritto di Stato è una mafia già a partire dall’uso farisaico della Legge, che fu sempre mafia, e precisamente la mafia a cui si oppone il Cristo, proponendo come risoluzione un diritto nuovo, vale a dire l’epicheia, di cui nessuno parla, dato che consiste nel disubbidire a leggi ritenute ingiuste.
L’uso anti-umano del diritto romano è antico e addirittura mitico: inizia a partire dalla fondazione di Roma col fratricidio e la rapina: il “civis romanus” nasce col fratricidio di Romolo che ammazza suo fratello Remo. La rapina nasce col sequestro delle donne sabine, detto “ratto delle sabine”.
Il 1989, anno della caduta del muro di Berlino, è il termine ultimo del sistema plenipotenziario. Però quasi nessuno lo vede perché i pochi che lo videro mascherarono il tutto con il muro di Mastricht. Fu dittatura mascherata da democrazia sia in Russia che in Europa.
Comunismo e fascismo sono entrambe situazioni dittatoriali. Tutti videro ciò e tutti tacquero. L’omertà imperò. E impera perciò l’omertà nei vari crocchi della partitocrazia.
Perfino la “notitia criminis” è diventata legalizzazione dell’omertà e/o della illecita possibilità di insabbiare pratiche processuali mediante l’uso scorretto del modello 45 di procedura penale a cui assegnarle. È questa infatti la concezione meramente statica e meramente quantitativa degli strumenti “economici”. Il mod. 45 nacque in teoria per snellire le pratiche ma in pratica fu ed è economicisticamente usato per protrarle per secoli.
Ma l’economia reale non è statica. Se per esempio ti vendo qualcosa, posso destinare il ricavo a rifondere quel dato prestito con tanto di interessi, oppure posso fare acquisti. Insomma i soldi si trasformano sempre in acquisti, prestiti o per doni. L’accumulo di valuta rientra in tale trasformazione. Ecco perché muovere la liquidità fa bene all’organismo sociale, così come la circolazione del sangue bonifica continuamente l’organismo umano.
Se non si conosce la trasmutazione del denaro che, ovviamente, NON è un espediente magico, il denaro diventa inflattivo, il debito diventa pubblico, ed il pubblico diventa colpevole perfino di lavorare onestamente (oggi in Italia se apri un negozio ti bastonano di tasse prima che il negozio provi a funzionare; se sei un musicista pensionato e vuoi fare un concerto per far sentire le tue opere, perdi i tuoi diritti alla pensione, ecc.).
La mafia, cioè l’incesto tra Stato e Chiesa, perdura da antichi tempi ma dal 1989 diventa fatto di alienazione legalizzata con la famosa “notitia criminis” mai stata effettiva “notizia di crimine” in quanto l’uso arbitrario del cosiddetto modello penale 45 impedì ed impedisce che sia ciò che dovrebbe universalmente essere. Per conseguenza, ciò vale per OGNI legge. Fatta la legge, trovato l’inganno. Si veda per esempio il gioco in Borsa: è un gioco d’azzardo proibito dal codice di procedura penale ma di fatto è monopolizzato dallo Stato plenipotenziario stesso (“gratta e vinci”, per esempio, ecc.) ed è giocato non solo dallo Stato ma anche dallo IOR.
La legge economica di Nash, detta dell’equilibrio, correggendo quella monopolista di Adam Smith del 1776, riguardante il gioco non cooperativo, dimostra matematicamente che il miglior risultato si ottiene NON quando il socio (o il componente della società o di un gioco) fa ciò che è meglio per sé (A. Smith) ma "quando il componente fa ciò che è meglio per sé e per il gruppo" ("dinamiche dominanti").
Per chi voglia approfondire:
Si veda anche quest’altra breve ma suggestiva sequenza del film "Beautiful Mind" sulla vita di J. Nash:
Le tre forme principali della qualità del denaro dovrebbero pertanto essere studiate dai componenti dell’organismo sociale, cioè dai soci effettivi (almeno da quelli maggiormente talentuosi per predisposizione naturale allo studio dell’articolazione economica entro la tri-articolazione dei poteri sociali).
La parte preponderante della qualità dei soldi tende alla donazione. Il denaro di donazione, in quanto destinato al percorso formativo-culturale dei giovani, è infatti indirizzato al futuro. Lo stesso dicasi per i soldi per far sviluppare i talenti ricevuti in dotazione alla nascita, o di quelli che possono servire a finanziare borse di studio, ricerche e viaggi culturali, o in senso più ampio a sostenere i costi di convegni, corsi e iniziative sia di attività individuali sia associative, a carattere culturale, cioè immateriale, spirituale.
Il denaro di acquisto (o di scambio, o di compravendita, o di consumo) proviene dal passato: i manufatti artigianali e tutti i prodotti fabbricati in serie sono frutto di progettazioni e di azioni già svolte, e il denaro, in base a una data valutazione, ne rappresenta il controvalore una volta che l’antica forma di baratto è superata. Tale forma di denaro è rivolta ai beni di consumo, sia di prima necessità sia di natura superflua, e inoltre al patrimonio immobiliare. Nello scambio tra compratore e venditore ci guadagnano entrambi, ovviamente se entrambi sanno far fruttare i soldi attraverso le potenzialità nascoste negli oggetti scambiati. Resta da spiegare il denaro di prestito (o di credito).
Il denaro di prestito (o di credito o di debito) richiama la fiducia nei contraenti. Questa qualità di denaro è centrale per la realizzazione di idee, del loro concreto sviluppo attuativo, e della diffusione di iniziative al fine di sostenere l’investimento iniziale. Il denaro di prestito, per non essere confuso con quello di donazione, come capita spesso nelle relazioni umane ambigue o poco chiare, o mafiose, appunto, si caratterizza per il tasso d’interesse applicato alla cifra prestata. Vi è poi una seconda differenza che riguarda il tempo. Questa seconda differenza consiste nella determinazione della durata temporale del prestito. Il prestito ha senso se conduce sempre al reciproco interesse nel tempo presente (nel tempo in cui si fa il prestito). Ciò vale anche per il risparmio, dato che è anch’esso denaro di prestito in fieri, cioè rivolto al futuro sotto forma di denaro di donazione, o al passato sotto forma di denaro di acquisto. Tutto questo lo dovete riflettere in voi stessi se volete curare le vostre tasche e non credere che siano cose difficili per cui delegare altri ad occuparsi delle vostre tasche. Sono semplicemente cose inaudite perché nessuno le dice, mentre dovrebbero essere l’ABC della cultura di economia domestica nella scuola.
Le scuole dell’obbligo però (STATO PLENIPOTENZIARIO) non vi diranno mai, per esempio, che la civiltà del civis romanus è anti-umana, a meno che si converta all’io, cioè al Logos, o al figlio dell’uomo o al Cristo, che è il vero involucro protettivo di ogni io umano, oggi sostituito dal protezionismo partitocratico dei vari capi di mandamento (mafioso) detti presidenti di partito.
Intendere il concetto di valuta comporta anche la comprensione del concetto di karma o di provvidenza cristiana, soprattutto in merito al denaro di prestito, agli interessi, all’usura, anche se l’uomo che davvero presta il denaro rinuncia temporaneamente al suo uso per consentire ad un altro uomo di impiegarlo in modo fruttifero; e l’interesse ha la funzione di riscattare in chi riceve il prestito, la facoltà del suo utilizzo, nonché di poterlo riprestare a sua volta, contemporaneamente riconoscendo quella rinuncia del prestatore.
Nell’organismo sociale le valute (o strumenti monetari) circolano di mano in mano, o di bancomat in bancomat, carte di credito-debito, “pagherò”, assegni, ecc., così come il sangue circola nell’organismo umano: nell’organismo sociale a misura d’uomo, cioè in cui il sabato è per l’uomo (Matteo 12:8; Marco 2:27; Marco 2:28; Luca 6:5; ecc.) la circolazione dei soldi si comporta come nell’uomo si comporta il flusso di un’altra liquidità, in primis quella del sangue.
Se osservi il flusso circolatorio del sangue nell’organismo umano trovi, anche lì, tre diversi ambiti:
- il primo è quello che scorre incominciando dal ventricolo sinistro lungo l’aorta addominale e ritornando al destro, dopo aver ossigenato col suo passaggio il sistema del ricambio e degli arti inferiori, attraverso la via cava inferiore;
- il secondo ambito, sempre incominciando dal ventricolo sinistro, prende un’altra direzione a partire dall’arco aortico e, tramite le arterie della carotide raggiunge il cervello e tutti gli organi neurosensoriali della testa per poi ritornare all’atrio destro attraverso la via cava superiore;
- il terzo ambito è distinguibile a partire dal ventricolo destro: mediante le arterie polmonari va a costituire il piccolo circolo (piccola circolazione), scorrendo nel sistema ritmico polmonare e sfociando nell’atrio sinistro tramite le vene polmonari.
Mediante la tri-articolata circolazione del sangue nell’organismo umano vi è pertanto la possibilità di scorgere ciò che ha possibilità di vita, per poi essere in grado di applicare questo “sentire-la-vita” alla tri-articolata circolazione dei soldi nell’organismo sociale.
La maggior parte delle persone fa fatica ad intuire la semplice equazione o similitudine in cui “il sabato (regola, legge, dogma, istituzione, ecc.) sta all’uomo come l’organismo sociale sta all’organismo umano”. Non si tratta di un’equazione analogica di tipo meccanico (come ad es. il “midi” con cui si può far suonare il trombone ad una tastiera. Il senso della similitudine tra socio e società-per-il-socio (o sabato-per-l’uomo) è solo quello di caratterizzare qui una cultura nuova “come impulso motore verso un’osservazione esauriente, complessiva della questione sociale” (cfr. i “Punti essenziali”), tenendo però sempre presente che questa va intesa appunto solo come una similitudine, in grado però di aiutare la comprensione della necessaria direzione verso rappresentazioni circa ilreale risanamento dell’organismo sociale stesso. Non si faccia dunque l’errore di delegare al computer ciò che invece dobbiamo rilevare in noi stessi come veggenza, altrimenti le mascherine, sopportate, dovranno essere portate per sempre, anche quando sarà a tutti chiaro che la socialità del “distanziamento sociale” (contraddizione in termini) fu solo il pallido inizio della schiavitù in fieri, poggiante sull’imbecillità funzionale al diritto di Stato, ovvero alla mafia di Stato.
In Italia, Francesco Carbone (libero studioso di giurisprudenza) e la sua compagna Virginia Cerullo (avvocato che continua ad approfondire gli studi di Carbone), sottolinearono spesso questa cosa ma sono ancora relativamente pochi coloro che ascoltano intuitivamente le loro parole. La maggior parte delle persone non è più abituata a pensare e preferisce, ancora oggi, all’episteme, credere a questo o a quel partito, a questo o a quel presidente di mafia.
Ritorno ora alla circolazione del sangue.
La grande circolazione apporta “moneta-ossigeno” al sistema del metabolismo e degli arti inferiori, caratterizzato dalla prevalenza dei processi anabolico-costruttivi (anche durante il sonno e cioè inconsciamente o subconsciamente) e dalla connessione con forze volitive in stato di veglia dirette al futuro. Questa caratterizzazione offre la similitudine della grande circolazione sanguigna rispetto al denaro di donazione.
La grande circolazione del sangue arriva anche nella testa, cioè nel cervello, sede principale del sistema neurosensoriale, in cui si svolgono prevalentemente processi catabolici-distruttivi a favore della coscienza di veglia (senza i quali sentiremmo dolore anche solo alzando un braccio), che vi si innesta grazie alle forze di pensare, i cui impulsi provengono dal passato. Questa circolazione cerebrale offre allora la similitudine col denaro di acquisto, o di consumo.
Nel cervello esistono nervi, vasi sanguigni e cellule albuminiche singole, rotonde e sempre presenti. Quindi vi è nel cervello una triplicità. I nervi sono singole cellule che essendo limitate da ogni parte dalla natura, non si sviluppano ma lo vorrebbero. Cioè non sono statici come si è sempre creduto (e questo è stato dimostrato da Levi Montalcini). Non esiste staticità nella vita, né meccanismi. L’uomo non è una macchina. Il cuore non è una pompa e i nervi non sono motori meccanici, così che anche nella testa l’uomo ha esattamente una tri-articolazione di forze.
Dopo le due precedenti similitudini, la prima riguardante la grande circolazione sanguigna rispetto al denaro di donazione, e la seconda riguardante la circolazione cerebrale rispetto al denaro di acquisto, ora è la volta della terza, in merito al denaro di prestito rispetto alla piccola circolazione del sangue.
Il denaro di prestito sopra accennato si distingue dal denaro di donazione per il tasso d’interesse applicato alla cifra prestata, nonché per il suo rapporto col tempo (o per la determinazione della durata temporale del prestito). Queste caratteristiche sono entrambe presenti nell’organismo umano: la prima nel cosiddetto punto “zero” della dinamica respiratoria tra l’inspirazione e l’espirazione. In quel punto “zero” quale non c’è alcuno scambio gassoso bensì la sola sua attesa nel vitale interesse di entrambe le parti: così come nelle oscillazioni di un moto pendolare vi è un attimo di stasi del pendolo, che appare sottoposto alla legge di forza d’inerzia, cioè per una frazione di secondo pare non muoversi né verso sinistra né verso destra, allo stesso modo nel processo respiratorio quel punto di stasi, o punto “zero”, pur non essendo è inspirazione né espirazione, non pregiudica, per questo, la vita dell’organismo, bensì la rende possibile come differenziazione fra inspirazione ed espirazione. Entrambe riguardano il tempo e sono squisitamente cardiache: ci pensa infatti il cuore a scandire il tempo, mediante la propria funzione armonizzatrice tra sangue ossigenato e sangue da ossigenare. Ecco dunque l’apparire della terza manifestazione o emanazione vitale: la circolazione coronarica del cuore, la quale offre col suo flusso nel tempo atteso, la veggenza della similitudine col denaro di prestito (o di risparmio) nell’organismo sociale.
Ecco perché il denaro di prestito è riservato, per un tot o una data quota, a necessità preventivabili per bisogni nostri o di chi amiamo, così come all’interno del cuore vi è un tot o una quota di sosta nelle numerose pause di sospensione dei ritmi solari di sistole/diastole per dirigere, come avviene in una diga, il liquido verso la grande circolazione, o verso la circolazione cerebrale, cioè verso il futuro o verso il passato.
Il cuore non è una pompa: la veggenza di cui sopra, in quanto analogica dei particolari, servirebbe a ben poco o a nulla se si considerasse scientificamente il cuore come una pompa.
Quindi il sedicente antroposofo che si trastulla in analogie senza manco accorgersi che il cuore pompa è un errore scientifico, grave e mastodontico quanto la demenziale einsteiniana uguaglianza “finito=infinito”, non potrà mai comprendere l’idea della tri-articolazione sociale.
Perciò - scrissi in passato - “ne vedremo delle belle in futuro con questi uomini animali secondo “scienza”, i quali chiamano antropocrazia l’antroposofia e tripartizione la tri-articolazione, secondo il dictat di Scaligero che, fino a prova contraria, dimostra nei suoi scritti di non averla approfondita, compresa, fatta sua!
Non è una colpa non interessarsi a qualcosa. Vi sono bravissimi studiosi di antroposofia che non si occupano di tri-articolazione sociale. Ognuno si occupi di ciò che lo interessa. Una volta Lucio Russo mi ha chiesto: se la scienza divenisse Scienza con l’esse maiuscola cioè Scienza dello spirito, ci sarebbe ancora bisogno di predicare la tri-articolazione? Allora gli risposi di no. Per cui, concluse, che per questo motivo non si era mai interessato alla tri-articolazione. Ora lui è morto ed io non posso più dirgli che ho cambiato idea in merito a quella mia domanda. Questo per dire che non è una colpa non interessarsi a ciò che non ci interessa.
È però una colpa insegnare cose che non si sono compenetrate o che ci interessano solo economicamente (non è il caso di Russo, ovviamente). Lo stesso vale per la relatività di Einstein (di cui parlerò anche in Marameo): nessuno la comprende ma tutti la sanno a memoria come pappagalli pur di beccare il loro miglio o la loro insalatina.
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