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Da chi è diretta l'umanità
In questa sezione "Da chi è diretta l'umanità" si osserva come l'uomo è diretto dal proprio io, nonché come il suo organismo e quello sociale sono incontrovertibilmente speculari. Qui puoi altresì approfondire la tua comprensione dei testi antichi considerati sacri, che porteranno alla naturale scienza del terzo millennio, la quale non potrà mai più essere mera credenza acritica.
Tri-articolazione sociale
L'attuazione dell'idea della tri-articolazione sociale risolverà ogni aporia all'interno dell'organizzazione sociale in relazione ad ogni disciplina scientifica, di uguaglianza e di economia reale.
Filosofia del venire alla Luce
Chi approfondisce i suoi primi tre o quattro anni di vita, può vedere come ciò sia fondamentale nel comprendere la direzione dell'umanità.
Esplorate la conoscenza universale
Unitevi a noi nel nostro viaggio alla scoperta della conoscenza universale e della direzione dell'umanità.
I problemi odierni della catastrofe economica occidentale, ciò che sta succedendo occultamente e non, le guerre, i massacri e l'assurda pretesa di pace nel mondo attraverso l’industria bellica, insegnata dalle scuole dell’obbligo di Stato, ecc., non potranno essere veramente risolti senza che i soci dell'organismo sociale si aprano alla comprensione di ciò che comanda davvero l'uomo. Il non agire delle tre scimmiette ("non vedo", "non sento", non parlo") ha generato quei problemi, i quali pertanto aspettano di essere risolti col vedere, col sentire e col parlarne…
Oggi, 20 maggio 2024, inizia – anche astrologicamente - un nuovo ciclo di influenze celesti, che porterà gli esseri umani ominali a riflettere maggiormente sulla loro fortuna o karma, individuale e di popolo.
Vi invito tutti a prendere visione di un film in cui l’uomo animale della scienza non capirà alcunché. Si tratta de “I banchieri di Dio”, in cui si parla di COSA NOSTRA, cioè dei BANCHIERI DELLA MAFIA VATICANA, detta “I.O.R.”.
Il FATTO che forze superiori agiscono nel cervello nei primi tre anni dell'infanzia e il FATTO che nelle anime degli autori dei vangeli furono impresse dai mondi spirituali certe forze da cui scaturirono le composizioni dei vangeli (cfr. "COSA SONO I VANGELI?") indicano una FONTE UNITARIA DI PROVENIENZA. In questa fonte si esprime la direzione spirituale dell'umanità. Domanda: dev'essere veramente guidata da fuori un'umanità, se al suo interno operano persone capaci di scrivere opere fondate sulle stesse forze che plasmano sapientemente l'uomo? Così come il singolo uomo agisce o parla in un modo che solo molto più tardi può comprendere, allo stesso modo l'umanità nel suo complesso si procurò con gli autori dei Vangeli dei mediatori che nei loro scritti fornirono rivelazioni che solo gradualmente potranno essere comprese.
A partire da oggi 20 maggio 2024, la comprensione di questi documenti aumenterà sempre di più, dato che l'uomo si emancipa sempre più, grazie all'evoluzione umana (che non è evoluzione di scimmie). Chi dirige l'uomo è presto detto, dato che ognuno può sentirlo in sé come guida spirituale. L'umanità può sentire ancora in sé tale direzione, la quale ancora oggi opera come operò sugli autori dei Vangeli.
Poniamo che qualcuno abbia trovato dei discepoli, cioè alcune persone che lo seguono. Fondandosi su una vera autoconoscenza, costui si accorgerà facilmente che quanto ha da dire non viene da lui stesso, ma da superiori forze spirituali che vogliono comunicarsi a quei seguaci, trovando nel "maestro" lo strumento adatto per manifestarsi. Il maestro è l’io. Non vi sono altri maestri. Non chiamate nessuno “maestro”.
L’uomo sarà sempre più indotto a pensare come segue: "Quand'ero piccolo, lavoravo su me stesso grazie a forze che agivano dal mondo spirituale; ciò che ora posso offrire come il meglio di me stesso proviene sempre da quei mondi superiori: non ho il diritto di considerarlo come appartenente alla mia coscienza ordinaria". Anzi affermerà che attraverso di lui agisce dal mondo spirituale qualcosa di demonico, una specie di demone, intendendo questa parola nel senso di una potenza spirituale buona. Questo lo sentiva anche Socrate, di cui Platone spiega che considerava sé stesso come guidato e diretto dal proprio "demone".
Si tentò in vari modi di interpretare il "demone" di Socrate. Ma si può comprenderlo accettando l'idea che Socrate avesse i sentimenti sopra caratterizzati. In tal modo si riesce pure a comprendere che nei tre o quattro secoli durante i quali la Grecia rimase sotto l'influenza del principio socratico, vi si diffuse uno stato d'animo che poté contribuire alla preparazione di un altro grande evento, cioè il sentimento che l'uomo, come si presenta, non sia interamente ciò che dai mondi superiori discende in lui. Tale stato d'animo continuò ad esercitare la sua influenza. I migliori fra quanti ne furono partecipi furono quelli che poi compresero meglio degli altri le parole: "NON IO, MA IL CRISTO IN ME". Infatti furono in grado di riconoscere che se Socrate aveva parlato di un elemento quasi demonico, operante dai mondi superiori, col rivelarsi dell'ideale del Cristo era chiaro di che cosa Socrate parlasse. Solo che Socrate non poteva ancora parlare del Cristo. Perché? Perché ai suoi tempi (dal 470 o 469 al 399 circa prima di Cristo) nessuno poteva ancora trovare in sé l'entità-Cristo.
Se lo si vuol vedere, esiste di nuovo qualcosa che mostra chi comanda l'uomo, cioè chi è la vera guida spirituale dell'umanità: nulla può fare il suo ingresso nel mondo senza preparazione.
Prima di procedere in ciò che intendo dire, bisognerebbe davvero guardare il film sopra citato, dato che bisogna PARTIRE DAL PRESENTE, cioè dalla masso-mafia di cui FRANCESCO CARBONE, presidente dell’associazione “Governo del popolo” ha sempre parlato.
Anch’io, come lui ho sempre parlato, per esempio, di INDIVISIBILITÀ DEL BENESSERE. Ed oggi, questa premessa è necessaria, in quanto, per essere consapevoli dell'indivisibilità del benessere occorre considerare il considerare stesso, fatto di "sidera", stelle, cielo, celato, occultato, occulto. Molti uomini, alienando sé stessi come esseri ANIMALI decretati dalla "scienza di Stato", da OMINALI che avrebbero dovuto essere, rifuggirono e ancora rifuggono con forza da quanto incessantemente chiede loro lo spirito del tempo presente: "È giunta l'ora di prendere coscienza della indivisibilità del benessere. Chi pensa solo ai casi suoi e crede di poter separare il bene proprio da quello degli altri, dimostra di non saper fare nemmeno il PROPRIO interesse" (Agostino Maria Trucco, "Hallesismo - L'economia al servizio dell'uomo", Ed. Bresci 1979).
Non tutti gli umani sono impazziti o proni all'arimanico dio mammona del denaro e/o della meccanizzazione dello spirito (la storia dell'opera di Agostino Maria Trucco, 1865-1940, scotomizzata dallo Stato italiano, è la prova provata che il collettivo non è costituito solo da imbecilli di Stato). Per cui, l'esigenza di riparare, tramite esperimenti concreti, il declino della scienza delle assurdità di esperimenti meramente mentali, è qualcosa di incontrovertibilmente necessario per il miglioramento della qualità della vita di tutti: l'INDIVIDUALITÀ va liberata dalla SPECIE tramite esperienza concreta. Nessuna idea concreta, nessuna proposta pratica, oggi è offerta all'umanità. La cosiddetta scienza economica è in piena bancarotta. Il Capitalismo, in rappresentanza del Risparmio, agonizza. Il Comunismo, in rappresentanza del Lavoro, non soddisfa. Ogni ALTRA dittatura, idem. Come fare? L’imbecille sottomissione del popolo italiano allo spirito ANTICRISTIANO del “CIVIS ROMANUS” (imperialismo romano), poggiante sul fratricidio (Romolo e Remo) e sulla rapina (Ratto delle Sabine) va anzitutto riconosciuta, altrimenti si potrà perennemente solo accettare che, MENTRE IL POPOLO ASSUME LA FUNZIONE DI AVERE FAME, IL GOVERNO ASSUMA QUELLA DI MANGIARE IN RAPPRESENTANZA DEL POPOLO.
Ciò premesso, proseguo con Paolo di Tarso, il quale trovò proprio i suoi migliori seguaci in Grecia: lì, il terreno di quel particolare atteggiamento interiore dello spirito del tempo era stato preparato dal pensiero di Socrate. Vale a dire: ciò che nell'evoluzione dell'umanità avviene più tardi si richiama a eventi precedenti che contribuiscano a rendere maturi gli uomini per quello che deve seguire più tardi. Tu stesso puoi dunque sentire quanto arrivi lontano la forza che guida l'umanità e come faccia trovare uomini adatti al momento giusto, là, dove questi risultano necessari alla sua emancipazione.
Proprio in avvenimenti come questi si esprime nelle sue linee generali la direzione dell'umanità.
Se si guarda più indietro nel tempo, nel periodo dei profeti o del popolo eletto, dell'esodo dall'Egitto, e in particolare se si considera quanto i maestri dell'antico Egitto dissero ai greci sulla guida e sulla direzione della vita spirituale egiziana, si può scoprire un singolare parallelismo fra ciò che si manifesta in ogni vita umana e ciò che si esplica nell'emancipazione complessiva dell'umanità.
Oggi tale emancipazione sembra essere bloccata ma il cielo, nel celato degli esseri umani, promette bene: dal 20 aprile 2024 al 18 giugno 2024 si sta formando un allineamento planetario, che tenderà a SBLOCCARE molte situazioni evolutive. I cicli evolutivi si susseguono come avviene nel rapporto tra inspirazione ed espirazione del sistema cardio-circolatorio dell’organismo umano. Anche per questo motivo si scoprirà sempre più il terrorismo di Stato, che ci ha attanagliato fino a oggi, in cui l’uomo è stato animalizzato dalla falsa scienza per fini schiavistici come ai tempi della costruzione delle piramidi.
In senso astronomico, oggi 21 aprile 2024, la cometa 12P/Pons-Brooks si avvicina al punto più vicino al Sole (perielio) spostandosi, giorno dopo giorno fino al 18 giugno circa, quasi in una rara "congiunzione" e incentivando gli effetti dell'"allineamento" di molti corpi celesti. Gli antichi differenziavano i “corpi celesti fissi” (stelle) dai “corpi erranti” perché, mentre questi ultimi sembravano muoversi lungo la fascia zodiacale, le stelle invece sembravano apparentemente immobili. In questi giorni di allineamento di corpi celesti in una zona del cielo, anche in concomitanza della "congiunzione" della cometa accennata col Sole, vi è la nascita di un nuovo ciclo esponenziale di consapevolezza nuova un po’ per tutti. L’opportunità di spostare il nostro sguardo dal cellulare all’immensità di noi stessi, ben sapendo che le indicazioni celesti odierne riguardano posizioni di transito in segni astrologici che, come è noto, non coincidono più con le costellazioni di 2000 anni fa, darà gioia scientifica e spirituale agli OMINALI. Ciò non significa che gli indottrinati dalla scienza materialistica alla fede nell’essere umano-animale, siano esclusi da questa gioia. Anche loro potranno emanciparsi, se troveranno in sé l’interesse per lo studio di sé, cioè della guida che possono trovare solo in sé stessi in modo autonomo.
Certamente il film “I BANCHIERI DI DIO” (di cui sopra) è diventata un’opera incomprensibile per gli uomini-locusta (nati senza io). Ebbene sarà compresa anche da loro. Occorrerà un altro film in cui lo stesso interprete di Calvi, interpretò Sindona. Si tratta del film “UN EROE BORGHESE” del 1995, diretto da Michele Placido, tratto dal romanzo omonimo di Corrado Stajano che narra dell’omicidio di Giorgio Ambrosoli da parte di COSA NOSTRA all’interno delle istituzioni. Oggi questi omicidi sono limitati dall’esistenza dei cellulari che possono registrare o riprendere tutto ciò che avviene fuori di noi (anche nelle aule giudiziarie). Da questo punto di vista, FRANCESCO CARBONE, CHE DA ANNI USA IL CELLULARE PER LEGITTIMA DIFESA NELLA SUA OPERA DI RIPRISTINO DELLO STATO DI DIRITTO È ANCHE LUI UN EROE BORGHESE, DATO CHE NON LAVORA PER UN PARTITO O PER LA PARTITOCRAZIA MA PER LO STATO CHE DOVREBBE ESSERCI. Guardate dunque anche questo film se volete comprendere il finanziere di cosa nostra: MICHELE SINDONA e gli atti eroici di Ambrosoli per denunciarlo, simili a quelli di FRANCESCO CARBONE nel denunciare magistrati corrotti.
L’uomo senza io dovrà recuperare il suo proprio io se vorrà partecipare al governo del popolo. In futuro non basterà più il semplice iscriversi o la carta come il mero crisma di Stato. Quel tempo è finito. Occorre oggi sapere dei greci, che chiedevano agli egiziani da chi fossero stati guidati e diretti nell’antichità. Riprendo dunque a parlarne.
È notorio che gli egiziani rispondessero: "Nel remoto passato regnavano e insegnavano da noi gli Dèi e solo più tardi furono uomini a guidarci" (cfr. R. Steiner, “La direzione spirituale dell'uomo e dell'umanità”). E ci sono testimonianze incontrovertibili di ciò: gli egizi dissero ai greci che la prima guida, riconosciuta sul piano fisico come di natura simile a quella umana, si chiamava MENES. Questo vuol dire che i capi dell'antico Egitto attestavano che in tempi remoti erano stati gli stessi Dèi (stando a quanto riferiscono le fonti greche) a dirigere e a guidare il loro popolo.
Ovviamente, di fronte a un'affermazione che ci arriva dall'antichità, sta sempre a noi comprenderla giustamente.
Che cosa intendevano dire gli egizi affermando «Da noi furono Dèi i re, furono Dei i grandi maestri» (ibid.)?
Mi sembra lapalissiano che chi diede ai greci quelle risposte alle loro domande intendesse dire: «Se nei tempi più antichi del nostro popolo egizio si chiedeva a chi sentiva in sé una coscienza superiore o una specie di sapienza dei mondi: "Chi sono in realtà i vostri maestri?", egli avrebbe risposto: "Se devo parlare del mio vero maestro, NON devo indicare questo o quest’altro uomo, ma devo traspormi in uno stato di chiaroveggenza, in modo da trovare lì, il mio vero ispiratore, il mio vero maestro, dato che lui mi si avvicina solo se il mio occhio spirituale è aperto"».
Nell'antico Egitto discendevano dunque, dai mondi spirituali verso gli uomini, entità che non si incarnavano in un corpo fisico umano. Nella più remota antichità egizia erano appunto ancora gli Dèi a regnare e a insegnare attraverso esseri umani; e per "Dèi" gli egizi intendevano le "entità dhyaniche" della mistica orientale, che nell'esoterismo cristiano sono detti ancora oggi angeli, arcangeli, archai, ecc. (in verità forze celesti, planetarie, stellari).
Queste forze poterono partecipare al governo della terra solo prendendo contatto con uomini che, nello stato chiaroveggente, erano in grado di sperimentare la remota antichità della terra, ispirandoli e illuminandoli e intervenendo in questo modo indiretto nella guida dei destini terrestri.
CIÒ CHE AGISCE NELL'INFANZIA DELL'UOMO SI PUÒ VEDERE OPERARE IN GRANDE SUL PIANO DELL'UMANITÀ, SOTTO FORMA DELLA PIÙ VICINA SFERA DELLE GERARCHIE SPIRITUALI, quella degli angeli, entità sovrumane che si trovano a un gradino più alto degli uomini e che, innalzandosi direttamente alle sfere spirituali, da queste sfere portano giù in terra ciò che agisce nell’emancipazione degli esseri umani.
NEL BAMBINO È LA FORMAZIONE DEL CORPO A RICEVERE L'IMPRONTA DELLA SAGGEZZA SUPERIORE; e in modo analogo è andata poi formandosi la cosiddetta civiltà a partire dall'evoluzione più antica dell'umanità.
In questo modo gli egizi, i quali riferivano di essere in rapporto con un elemento divino, sentivano l'apertura della loro attività interiore verso le gerarchie spirituali.
COSÌ COME L'ANIMA INFANTILE APRE LA SUA AURA ALLE GERARCHIE FINO AL MOMENTO DELLA VITA, ALLO STESSO MODO L'UMANITÀ INTERA, MEDIANTE IL PROPRIO LAVORO, APRIVA IL SUO MONDO ALLE GERARCHIE CON LE QUALI ERA IN RAPPORTO.
Questo rapporto aveva un'importanza particolare per coloro che sono noti come i santi maestri degli indiani, cioè i grandi maestri di quella prima Era post-atlantica, fiorita nell'Asia meridionale.
Dopo la catastrofe atlantica, cioè dopo il "diluvio", e dopo che si era trasformata la fisionomia della terra, assumendo in Asia, in Europa e in Africa il suo nuovo aspetto, fiorì appunto la “civiltà” di quegli antichi e grandi maestri: e precisamente in un'epoca precedente a quella di cui parlano i più antichi documenti sacri.
In certi momenti quei santi maestri dovevano trovarsi riuniti in numero di SETTE, perché ciò che ognuno di loro era in grado di sentire doveva armonizzarsi, come in un accordo di sette suoni, con gli altri sei saggi; così ciascuno aveva la possibilità di contemplare questa o quella realtà, conforme al proprio particolare strumento ed al proprio particolare sviluppo. E dall'accordo di tutto ciò che ognuno di loro singolarmente contemplava, nasceva poi la sapienza primordiale che sentiamo risuonare se siamo capaci di decifrare i veri documenti occulti. Ecco perché si può dire oggi che il caos è cosmos non ancora decifrato.
Questi documenti NON sono le rivelazioni dei Veda, per quanto possiamo ammirarli: gli insegnamenti dei santi maestri dell'India risalgono a tempi molto più antichi della composizione dei Veda, e in queste opere poderose ne ritroviamo solo un'eco.
I santi maestri indiani sentivano e sapevano che le entità celesti delle gerarchie spirituali avevano raggiunto il gradino umano in stadi antichissimi della terra e che erano i sovrumani antenati dell'umanità, così che quando si trovavano di fronte a uno di loro, contemplando con la propria chiaroveggenza i mondi superiori ed ascoltando spiritualmente quel predecessore dell'umanità, il loro sguardo si riempiva di luce. Ciò che allora erano capaci di dire esercitava in tali condizioni un'impressione formidabile, così che tutti gli ascoltatori sapevano: “Ciò che ora si esprime non è vita umana, non è saggezza umana, ma sono gli Dei, cioè entità sovrumane, ad agire sull’emancipazione umana”.

Le Ere antiche presero le mosse da questa risonanza di sapienza divina, risonanza di sapienza divina. Solo a poco a poco nell'epoca post-atlantica si chiuse l'accesso verso il mondo divino spirituale che durante il periodo atlantico era completamente aperto all'anima umana. E nei vari Paesi, presso i diversi popoli, si cominciò a sentire quasi in modo esponenziale che l'uomo era sempre più affidato a sé stesso. NELL'UMANITÀ SI MOSTRA COSÌ, IN MODO PARALLELO, QUEL CHE SI MANIFESTA NEL BAMBINO: prima il mondo divino spirituale penetra nell'anima inconscia del bambino, operando all'edificazione del suo corpo; viene poi il MOMENTO in cui l'uomo impara a sentirsi come un io e fino al quale egli potrà più tardi poi ricordarsi. Ecco perché ANCHE L'UOMO PIÙ SAGGIO PUÒ IMPARARE QUALCOSA DALL'ANIMA DEL BAMBINO.
Passato quel MOMENTO, ogni singolo si trova affidato a sé stesso, cioè sorge la coscienza dell'io e tutto va ricollegandosi in modo che più tardi si potranno ricordare le esperienze fatte. Allo stesso modo, anche nella vita dei popoli venne il tempo in cui gli uomini cominciarono a sentirsi sempre più chiusi di fronte alla divina ispirazione degli avi. Perciò: come il bambino viene a trovarsi separato dall'aura che nei primi tre anni ne aveva avvolto il capo, così anche nella vita dei popoli andò sempre più scemando l'influsso degli antenati divini, mentre gli uomini dovettero fondarsi sempre più sulla loro propria ricerca, sul proprio sapere.
APPUNTO DOVE LA STORIA PARLA IN QUESTO MODO, SI SENTE L'INTERVENTO DELLA DIREZIONE DELL'UMANITÀ. Gli egizi chiamavano MENES (è interessante notare che questo nome è affine al vocabolo tedesco MENSH, che significa appunto UOMO) colui che inaugurò la prima forma di vita organizzata degli uomini; gli egizi sapevano e accennavano contemporaneamente anche al fatto che ciò implicò per l'uomo la possibilità dell'errore. Infatti da quel MOMENTO egli dovette affidarsi allo strumento del suo cervello.
La possibilità dell'errore è accennata simbolicamente nel fatto che la costruzione del LABIRINTO è attribuita al tempo in cui gli uomini furono abbandonati dagli Dei. Questa costruzione non è altro che un'immagine delle circonvoluzioni del cervello, cioè dello strumento dei pensieri propri dell'uomo nei quali l'uomo può smarrirsi.
Gli orientali chiamavano l'uomo MANAS.
MANU è il nome del primo vero portatore del pensare.
Chi oggi è in grado di sperimentare la fenomenologia della vita pensante (o del cosiddetto pensiero vivente) NON PUÒ NON SAPERE come l'esperienza immaginativa, l'esperienza ispirativa e quella intuitiva siano vero nutrimento spirituale o MANNA spirituale. MINOS (Minosse) fu chiamato dai greci il primo elaboratore del pensare umano ed è a MINOSSE che si ricollega la leggenda del Labirinto: GLI UOMINI SENTIVANO CHE APPUNTO DAI GIORNI DI MINOSSE ERANO PASSATI GRADUALMENTE DALLA GUIDA DIRETTA DA PARTE DEGLI DÈI A UN TIPO DI DIREZIONE PER CUI L'IO SPERIMENTA IN MODO DIVERSO GLI INFLUSSI DEL MONDO SPIRITUALE SUPERIORE.
Dal momento della grande catastrofe atlantica occorsero dunque tre epoche o Ere di sviluppo per giungere ai giorni di Minosse. Occorsero dunque tre periodi di “civiltà” (per intenderci: tra virgolette perché non riguardavano quella del “civis romanus”) per giungere ai giorni di Minosse, cioè al quarto periodo (o periodo greco-romano). Durante quei tre periodi furono le gerarchie angeliche a dirigere i popoli.
Ad un esame più accurato si rileva quanto segue, per ciò che riguarda la direzione dell'umanità.
Solamente nel terzo periodo di “civiltà”, quello 'egizio-caldaico, le guide fino ad un certo grado indipendenti dagli uomini furono gli angeli, vale a dire le entità dhyaniche della mistica orientale. Già nel periodo precedente, quello paleo-persiano, le cose erano andate diversamente (tieni sempre presente che con “civiltà” paleo-persiana non si intende qui la civiltà che la storia chiama persiana, bensì una civiltà asiatica preistorica, cioè iranica, che si svolse nel territorio che più tardi fu quello dell'impero persiano).
In quel tempo gli angeli erano sottoposti ad una direzione superiore, in misura di gran lunga maggiore che nel periodo egizio, e disponevano le cose in modo conforme alla gerarchia immediatamente superiore, cosicché tutto stava, sì, sotto la direzione degli angeli, ma questi a loro volta si conformavano alle direttive degli arcangeli. E nel periodo paleo-indiano o dei "Sette Rishi", in cui la vita post-atlantica raggiunse altezze spirituali sinora ineguagliate (altezze conseguite sotto la guida dei grandi maestri umani), gli stessi arcangeli stavano in modo simile sotto la guida delle archai (o principati, o spiriti del principio).

Ecco perché dal momento del diluvio atlantico si distinguono SETTE successivi periodi di “civiltà”: la prima è l'antichissima civiltà paleo-indiana, a cui segue quella paleo-persiana o iranica; la terza è l' egizio-caldaica-assiro-babilonese-ebraica (e questo è il periodo in cui l'uomo, avvertendo che la propria connessione col mondo spirituale si stava sempre più allentando, sentì il bisogno di far qualcosa; fu quello il periodo in cui furono perciò redatti TUTTI i più antichi documenti religiosi del pianeta: la Torà, i Veda, l'I King, ecc.). Quindi non esiste (questo è comunque il mio parere) una scrittura storicamente più importante di un’altra in quanto più antica.
La quarta CIVILTÀ fu quella grecolatina; la quinta è la nostra, che ebbe inizio gradualmente circa nel secolo dodicesimo, e che durerà ancora per molto tempo. È anche vero che nel nostro periodo si vanno preparando già i primi eventi che ci porteranno nel sesto periodo post-atlantico perché le diverse “civiltà” hanno confini sfumati. Al sesto periodo farà poi seguito il settimo.
Il periodo centrale di questi sette periodi, il quarto, aveva più di ogni altro il fine di mettere l'uomo alla prova. PER QUESTA RAGIONE PROPRIO DURANTE QUEL PERIODO LA DIREZIONE SPIRITUALE DELL'UMANITÀ DOVETTE ORGANIZZARSI IN MODO NUOVO.
Nell'epoca post-atlantica gli uomini impararono a conoscere il Cristo durante il periodo greco-latino. È durante questo periodo che l'evento del Cristo si inserisce nell'evoluzione. Allora furono gli uomini ad imparare a conoscere il Cristo. Invece le entità-guida, o angeli, avevano imparato a conoscerlo PRIMA, nel periodo egizio-caldaico, periodo in cui si elevarono fino a lui. Perciò nel periodo successivo, quello greco-latino, tali entità dovettero affidare gli uomini al loro proprio destino, per poi intervenire in seguito nell'evoluzione dell'umanità ma IN MODO NUOVO, cioè sotto la guida del Cristo. Perciò il nome Krishna sembrano assomigliarsi foneticamente perfino nel medesimo prefisso “cri” della parola crisalide, dato che si tratta sempre del medesimo involucro protettivo dell’uomo non animale ma OMINALE.
Ci si dedicherà sempre più allo studio di queste cose a partire dall'interiorità umana, perché solo così può avere senso oggi una loro verifica scientifica e spirituale. Infatti l'uomo OMINALE è n grado di riconoscere il fatto che le gerarchie angeliche che hanno guidato l'umanità proseguono OGGI la loro direzione in modo da trovarsi tutte sotto la guida del Cristo, a partire dagli angeli. Ciò appare evidente nella simmetria di un semplice calendario a sette fiamme, ognuna delle quali rappresenti un periodo evolutivo ed una relativa gerarchia.

Prima ancora, cioè durante il periodo paleo-persiano, furono gli arcangeli a dirigere l'umanità perché si erano sottoposti al Cristo ancor prima degli angeli. In quel periodo (paleo-persiano) Zaratustra aveva indicato ai suoi seguaci ed al suo popolo il Sole, indicandolo come grande spirito Ahura Mazdao che un giorno sarebbe disceso sulla terra! Le entità della sfera degli arcangeli, che guidavano Zaratustra, gli avevano infatti indicato la grande guida solare a quel tempo non ancora discesa sulla terra e che aveva solo intrapreso quel cammino, per poi intervenire più tardi direttamente nell'evoluzione terrestre. Invece le archai, entità-guida del principio, ispiratrici dei grandi maestri dell'India, indicarono loro il Cristo del futuro: non bisogna infatti cadere nell'errore di ritenere che quei maestri non avessero un presagio di Cristo. Questi maestri dicevano semplicemente che il Cristo era al di sopra della loro sfera, e che non potevano raggiungerlo.
Nel nostro odierno quinto periodo post-atlantico, furono gli angeli a portare il Cristo giù nel nostro sviluppo spirituale; nel sesto periodo saranno le entità della classe degli arcangeli (quelle che avevano guidato la civiltà paleo-persiana) ad avere la funzione di guida delle civiltà. Ed alle archai, o spiriti dei primordi, che avevano guidato l'umanità durante il periodo paleo-indiano, toccherà nuovamente, sotto la guida del Cristo, nel settimo periodo di civiltà post-atlantica.
Nel periodo greco-latino il Cristo era disceso dalle altezze spirituali, manifestandosi nel corpo di carne di Gesù di Nazaret. Allora egli discese fin giù nel mondo fisico. Quando gli uomini avranno raggiunto una certa maturità, sarà possibile trovarlo nella sfera immediatamente superiore a quella fisica. NEL SUO SECONDO AVVENTO, APPUNTO, NEL TERZO MILLENNIO, IL CRISTO NON POTRÀ ESSERE TROVATO NEL MONDO FISICO, BENSÌ NEL MONDO IMMEDIATAMENTE SUPERIORE A QUELLO: IL MONDO VITALE. Infatti gli uomini non saranno rimasti gli stessi: saranno diventati più maturi e troveranno il Cristo nel mondo spirituale, come lo trovò Paolo a Damasco, precorrendo a tale riguardo il futuro. E come oggi guidano l'umanità gli stessi grandi maestri che già la guidarono durante la civiltà egizio-caldaica, così saranno quegli stessi maestri a far salire gli uomini fino ad una visione del Cristo, uguale a quella avuta da Paolo. Costoro mostreranno all'uomo come il Cristo non agisca solo sulla terra, ma spiritualizzi l'intero sistema solare. Anche i santi maestri dell'India antica, reincarnati, nel futuro settimo periodo di civiltà, annunceranno quel grande, possente spirito del quale allora avevano detto che si trovava al di sopra della loro sfera: lo annunceranno come uno spirito che poteva essere intuito nell'unitario
BRAHMAN, in cui però solo attraverso il Cristo può penetrare il giusto contenuto.
È in questo modo che l'umanità sarà condotta, di grado in grado, su verso il mondo spirituale.
La direzione spirituale dell'evoluzione dell'umanità va dunque attribuita a entità che attraversarono il loro stato umano durante i primordi del nostro pianeta, molto e molto tempo prima ancora di Atlantide ed oltre ancora. Per caratterizzare questi periodi la scienza dovrà compiere un grande passo avanti. Dovrà parlare di apocatàstasi (incarnazioni precedenti) del nostro pianeta, mostrandole in tutte le loro connessioni generali.
Sottolineo il fatto che ad ogni grado evolutivo rimangono indietro entità che non raggiungono la méta possibile. Si osservi per esempio la civiltà egizia antica, svoltasi parecchi millenni or sono nella valle del Nilo; agli egizi si erano manifestati maestri sovrumani (gli angeli) di cui il popolo diceva che erano dèi che guidavano gli uomini. Operavano però anche certe entità che avevano raggiunto solo a metà, o in parte, il loro grado di angeli. Occorre però tener conto che nell'antico Egitto l'uomo aveva conseguito un certo grado di sviluppo (il grado di sviluppo animico attuale è stato raggiunto nell'epoca egizia). Ma non è soltanto l'uomo-guidato a raggiungere qualcosa per il fatto di essere guidato; anche per le entità-guida questa funzione del guidare significa qualcosa che le fa progredire nella loro evoluzione. Per esempio, un angelo che abbia avuto per qualche tempo la direzione degli uomini è qualcosa di più di quello che era prima di avere iniziato tale funzione. Anche l'angelo progredisce tramite la sua attività di guida degli uomini: e precisamente, sia un angelo completo, sia un anche quello rimasto indietro nel suo sviluppo. Tutti gli esseri possono sempre progredire; tutto è in perpetua evoluzione. Ma ad ogni gradino vi sono entità che rimangono indietro.
Quando finì la civiltà egizio-caldaica ed ebbe inizio quella greca, esistevano dunque entità-guida rimaste indietro dalla prima di quelle due epoche. A questo punto quelle entità non poterono esplicare le loro forze, perché furono sostituite nella direzione dell'umanità da parte di altri angeli o di entità semi-angeliche. Ciò però significa che quelle entità sostituite non possono neppure proseguire la loro propria evoluzione. Nel successivo periodo greco-latino non poterono poi esplicarle in quanto tutta la conformazione di quel periodo - come ho detto prima - rendeva impossibile il loro intervento. Va sempre tenuto presente che ciò succede in ogni epoca e con infinite varianti e sfumature.
Anche il racconto della ribellione degli angeli portatori di luce accenna al fatto che se si fosse svolta un'unica evoluzione rettilinea, l'umanità sarebbe rimasta in fondo una vasta unità, così che su tutta la terra si sarebbe parlato e pensato in modo uniforme. Non avrebbe potuto svilupparsi l'individualità, la molteplicità: e con ciò neppure la libertà. Così come questa categoria di angeli non perfettamente angelica ebbe poi il compito, durante l'epoca terrestre, di intervenire di nuovo attivamente nell'evoluzione dell'umanità, differenziandola e individualizzandola sempre più, allo stesso modo oggi le entità che, come guide, erano rimaste indietro durante il periodo egizio-caldaico, ebbero anch'esse il compito di intervenire nuovamente più tardi nella civiltà, proprio in quanto entità ritardatarie. Il nostro periodo, cioè il quinto post-atlantico è proprio quello in cui, accanto a entità giunte allora alla loro funzione di guida, e che dirigono l'evoluzione normale, troviamo anche altre entità, che nel passato e particolarmente nel periodo egizio erano rimaste indietro. Oggi viviamo in un tempo in cui, oltre alle guide normali dell'umanità, intervengono anche entità rimaste indietro nell'antica civiltà egizia e caldaica (per accorgersene basterebbe osservare in modo spregiudicato, cioè con occhio chiaroveggente i PARAMENTI dei magistrati e/o dei pontefici, cardinali, vescovi, ecc.!).
Lo sviluppo dei fatti e degli esseri va considerato in modo che i processi nel mondo fisico devono essere considerati come effetti (manifestazioni) le cui vere cause si trovano nel mondo spirituale. La nostra civiltà, nel suo insieme, è caratterizzata da un lato da una tendenza alla spiritualità.
Nell'aspirazione di certi uomini alla spiritualità si manifestano quelle guide spirituali dell'umanità odierna che per loro stesse hanno raggiunto un'evoluzione normale. Queste guide normali della nostra evoluzione si manifestano in tutto ciò che tende a condurre gli uomini verso le grandi comunicazioni spirituali di una scienza in grado di indagare anche ciò che è immateriale. Anche le entità rimaste indietro durante la civiltà egizio-caldaica intervengono però nelle tendenze della nostra civiltà, e si manifestano in molto di ciò che è pensato e attuato oggi e che lo sarà nel prossimo futuro, vale a dire in tutto ciò che conferisce alla nostra civiltà l'impronta materialistica; spesso sono rintracciabili perfino nell'aspirazione verso lo spirituale. Oggi si assiste realmente a un risorgere della civiltà egizia ma spesso si tratta di una reviviscenza di forze che allora operavano spiritualmente, mentre oggi ricompaiono con un'impronta materialistica. Si pensi per esempio a Keplero: egli era completamente immerso nell'armonia del sistema cosmico, e lo espresse nelle importanti leggi matematiche delle dinamiche celesti da lui scoperte, appunto nelle famose leggi di Keplero. In apparenza queste leggi sono molto aride e astratte, ma in Keplero sono scaturite da una percezione dell'armonia cosmica. Nei suoi scritti egli esprime che per poter compiere le sue scoperte dovette ricorrere ai sacri misteri degli egizi, sottrarre loro i sacri vasi e trame quel contenuto di cui solo l'avvenire comprenderà il significato per l'umanità.
Queste parole di Keplero non sono certo mera retorica, bensì l'espressione dell'oscura consapevolezza di una rinnovata esperienza di ciò che lui aveva appreso nel periodo egizio, durante una sua precedente incarnazione. È indubbiamente giusto ritenere che in una delle sue vite precedenti Keplero sia penetrato nell'antica sapienza egizia e che questa sapienza sia riemersa nella sua anima in forma nuova, adeguata ai tempi nuovi. È comprensibile che col genio egizio sia penetrato nella nostra civiltà un tratto materialistico, dato che la spiritualità egizia aveva una spiccata impronta materialistica, vedi per esempio il fatto che allora si procedeva nell'imbalsamazione dei cadaveri, dando così valore alla conservazione del corpo fisico. Questo aspetto è trapassato nella civiltà attuale, in forma adeguatamente cambiata da allora (oggi si preferisce mettere i morti nei loculi, ben protetti e sigillati nelle loro casse di zinco, rallentando cosi il processo di putrefazione che avverrebbe naturalmente se i cadaveri fossero posti nella terra).
Le stesse forze che allora non giunsero ad esplicarsi compiutamente, intervengono oggi in modo diverso.
Dall'atteggiamento che induceva ad imbalsamare i cadaveri derivarono le concezioni che oggi adorano esclusivamente la materia.
L'egizio antico imbalsamava i suoi cadaveri, conservando in quel modo qualcosa che per lui aveva valore. Riteneva che l'evoluzione dell'anima dopo la morte fosse in rapporto con la conservazione del corpo materiale fisico. L'anatomista moderno seziona ciò che vede, credendo in tal modo di arrivare a conoscere le leggi “meccaniche” dell'organismo umano. Nella nostra scienza odierna vivono le forze dell'antico mondo egizio e caldaico, forze che allora erano progressive, ma oggi rappresentano forze ritardatarie: occorre riconoscerle per apprezzare giustamente il carattere del presente. Quelle forze risulteranno nocive all'uomo odierno se non ne coglierà il senso; invece non ne sarà danneggiato, anzi le potrà indirizzare a buoni fini, se avrà coscienza del loro operare, rapportandosi ad esse in modo corretto. Queste forze devono trovare la loro applicazione; altrimenti non si avrebbero le grandi conquiste tecnologiche che abbiamo in ogni settore. Si tratta di forze appartenenti alle entità luciferiche più basse. Se non si riconoscono nel modo giusto, si considerano gli impulsi materialistici odierni come i soli possibili e non si scorgono le altre forze che invece conducono verso lo spirituale.
Perciò una chiara conoscenza deve saper distinguere due correnti spirituali nel nostro tempo.
D’altra parte, se quelle entità-guida non fossero state trattenute nella loro evoluzione per opera della saggia direzione cosmica, la nostra attuale civiltà mancherebbe della necessaria gravità. In tal caso agirebbero solo forze tendenti a condurre irresistibilmente verso lo spirituale. Gli uomini sarebbero fin troppo disposti ad abbandonarsi a quelle forze: diventerebbero degli esaltati. E avrebbero interesse solo per una vita che si spiritualizzasse al più presto, sviluppando atteggiamenti di disprezzo per il mondo fisico materiale. Senonché il periodo attuale di civiltà può assolvere il suo compito solo se le forze del mondo materiale perverranno alla loro piena espansione, e ciò consentirà POI la conquista anche di questa sfera da parte della spiritualità: COME È VERO CHE L'UMANITÀ È PORTATA AVANTI DAI SUOI PIÙ NOBILI IMPULSI, ALLO STESSO MODO È VERO CHE LA PRESENTAZIONE DEGLI IMPULSI PIÙ NOBILI FATTA IN MODO FANATICO O ESALTATO PUÒ PRODURRE GLI EFFETTI PIÙ DELETERI PER UN GIUSTO SVILUPPO. Perciò affinché il prodotto della nostra epoca potesse avere il necessario peso sulla terra, ed affinché si acquisisse piena comprensione per il mondo materiale, cioè per le cose del piano fisco, chi comanda l'uomo, cioè la saggezza che dirige il cosmo, ha lasciato indietro le forze che avrebbero dovuto completare la loro evoluzione durante il periodo egizio e che oggi indirizzano lo sguardo verso la vita fisica.
Ecco perché – ripeto ma qui bisognerebbe aggiornarsi sempre ogni giorno - i problemi odierni della catastrofe economica occidentale, ciò che sta succedendo occultamente o no, il massacri, le decapitazioni, l'assurda pretesa di pace nel mondo attraverso l’industria delle armi per guerre “giuste”, pene di morte negli Stati, ecc., non potranno essere veramente risolti senza che i soci dell'organismo sociale, cioè gli individui del nostro mondo quotidiano si aprano alla comprensione di ciò che comanda davvero l'uomo.
Il non agire delle tre scimmiette ("non vedo", non sento", "non parlo") ha generato in verità quei problemi, i quali pertanto aspettano di essere risolti col vedere, col sentire e col parlarne...

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