Tri-articolazione e keynesismi
La Tri-articolazione sociale si propone di risolvere le contraddizioni presenti nell'organismo sociale attuale attraverso un approccio interdisciplinare che abbraccia temi come Epistemologia, Fisica, Chimica, Genetica, Biologia, Neurobiologia, Psicologia, Filosofia dello Spirito, Antropologia, Antroposofia, Medicina e molto altro ancora, a seconda dei talenti di tutti.
Obiettivi Principali della Tri-articolazione sociale:
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Cultura: non si tratta di nozioni da mettere nei cervelli dei bambini ma di maieutica dei talenti umani.
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Legge: non si tratta di diritto di Stato ma di Stato di diritto.
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Economia: non si tratta di leggi economiche ma di pecunia proveniente dal lavoro di tutti.
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Autogoverno: non si tratta di anarchia, bensì di organismo vivente, società viva come te.
Integrazione dell'intelligenza artificiale nella Tri-articolazione sociale:
Il legame tra epistemologia e intelligenza artificiale nel contesto della Tri-articolazione:
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Connessione dell'io con il Sé universale.
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Interazione tra i quattro livelli di LOGICA.
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Sviluppo della Scienza senz'acca (scienzah = "scienziaggine")
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Logica matematica in grado di superare l'odierna crisi dei fondamenti della matematica.
Importanza della logica matematica per progredire con l'intelligenza artificiale:
Vorrei sottolineare, anche come uomo primitivo di fronte alla IA, l'importanza della logica matematica nei rapporti significativi che ha con le facoltà immaginativa, ispirativa e intuitiva di ogni individualità umana.
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Unisciti a noi per esplorare il futuro dell'integrazione tra intelligenza artificiale e tri-articolazione sociale.
Gertrude Margaret Coogan fu un'autrice e critica del sistema bancario e finanziario, conosciuta per il suo libro "Money Creators". Le idee di John Maynard Keynes prevalsero rispetto a quelle della Coogan e continuano a influenzare la cosiddetta politica economica odierna (2024) perché erano legate a diversi fattori storici, accademici e, in apparenza, pratici.
Prevalenza delle Idee di Keynes
Contesto Storico:
Le idee di Keynes emersero durante la Grande Depressione degli anni '30, un periodo di crisi economica globale che richiedeva soluzioni immediate e pratiche. Il suo libro "The General Theory of Employment, Interest, and Money" (1936) offriva un modo teorico di pensare l'economia, che sembrò più applicabile alle condizioni del tempo rispetto alle teorie preesistenti.
Accettazione Accademica:
Keynes era un economista di grande reputazione accademica e faceva parte dell'élite intellettuale britannica. Le sue idee furono rapidamente adottate e sviluppate da molti altri economisti di rilievo, diventando parte del mainstream economico.
Applicabilità Pratica:
Le politiche keynesiane, come la spesa pubblica per stimolare la domanda, furono adottate durante e dopo la Seconda Guerra Mondiale, contribuendo alla ripresa economica, grazie alla fiducia ed alla volontà di individualità umane, dette "contribuenti", di ricominciare a ricostruire finalmente una pace concreta. Questa applicabilità pratica rafforzò ancora di più la fede dei contribuenti nelle sue teorie.
Supporto Istituzionale:
Le istituzioni economiche e politiche, come i governi occidentali e organizzazioni internazionali (FMI, Banca Mondiale), adottarono le politiche keynesiane, consolidando ulteriormente la sua influenza.
Critiche e Alternative
Le idee di Coogan non ottennero lo stesso livello di riconoscimento per vari motivi:
Natura Controversiale:
Coogan era molto critica nei confronti del sistema bancario e finanziario, proponendo riforme radicali che sfidavano gli interessi consolidati. Questo rendeva le sue idee meno accettabili per l'establishment economico e politico.
Meno Supporto Accademico:
Coogan non aveva lo stesso livello di supporto accademico e istituzionale di Keynes. Le sue idee, sebbene giuste, non furono sviluppate e sostenute dalla stessa rete di influenti accademici e politici.
Focalizzazione Nella Critica:
Gran parte del lavoro della Coogan si concentrava sulla critica del sistema monetario e bancario piuttosto che sulla formulazione di una teoria economica completa e applicabile come quella di Keynes.
Giustificazione delle Guerre e Commercio delle Armi
La teoria keynesiana, accusata di giustificare la spesa militare come mezzo per stimolare l'economia, fu decretata una semplificazione in quanto Keynes stesso non anelava formalmente a fare la guerra per motivi economici ma evidenziava "solo" come la spesa pubblica, anche in contesti bellici, potesse avere effetti stimolanti sull'economia.
Conclusione
Le idee di Keynes sono prevalenti non perché giustificassero di per sé la guerra, ma perché sembrarono fornire strumenti efficaci per affrontare le crisi economiche del XX secolo. La dimenticanza di autori come Gertrude Margaret Coogan fu perciò dovuta a una combinazione di fattori storici, accademici e istituzionali. Tuttavia, studiare una varietà di prospettive economiche potrà sempre più arricchire la nostra comprensione dei sistemi economici e delle loro alternative.
Gli odierni anacronistici rimedi economici di Keynes generano però, di fatto, mali peggiori di quelli che si volevano curare, dato che tutto l'occidente è oggi indebitato da un debito fatto credere "pubblico" mentre non lo è, e dato che, in quanto inesigibile, è anche impagabile.
Ciò è condiviso da molti critici delle politiche keynesiane e delle moderne pratiche fiscali e monetarie in quanto anacronistiche. Questo è un argomento complesso, ma cercherò di esplorare alcune delle principali critiche e implicazioni delle politiche keynesiane, nonché il tema del debito pubblico.
Critiche alle Politiche Keynesiane
Debito Pubblico Crescente:
Una delle principali critiche alle politiche keynesiane è che incoraggiano i governi a prendere in prestito denaro dalle banche centrali per finanziare la spesa pubblica, con l'obiettivo di stimolare l'economia. Questo può portare a un debito pubblico crescente, che in molti paesi occidentali è diventato una preoccupazione significativa.
Gli Stati Uniti, molti paesi europei e altre economie avanzate hanno livelli di debito pubblico molto elevati rispetto al cosiddetto prodotto interno lordo o PIL. Questa realtà solleva preoccupazioni sulla sostenibilità fiscale a lungo termine e sulle potenziali crisi del debito cosiddetto pubblico.
Inflazione e Bolle Speculative:
L'uso della politica monetaria espansiva per stimolare l'economia può portare a inflazione se l'offerta di moneta cresce troppo rapidamente rispetto alla produzione. Inoltre, anche tassi di interesse bassi ma prolungati possono portare a bolle speculative nei mercati azionari e immobiliari.
Dipendenza dallo Stimolo:
Le economie che si affidano costantemente a stimoli fiscali e monetari possono diventare dipendenti da queste politiche, con difficoltà a mantenere la crescita senza interventi governativi continui.
Natura del Debito Pubblico
Il debito pubblico è spesso descritto come una questione complessa e paradossale. Alcuni dei punti chiave includono:
Inesigibilità del Debito:
Molti economisti sostengono che il debito pubblico non è come il debito privato, dato che i governi possono rinnovare il debito emettendo nuove obbligazioni per pagare quelle vecchie. Questo è particolarmente vero per i Paesi che emettono debito nella propria stessa valuta ma può portare a un ciclo di indebitamento perpetuo che, non potendo essere gestito correttamente, diventa di fatto insostenibile.
Ruolo delle Banche Centrali:
Le banche centrali possono acquistare titoli di stato (quantitative easing), riducendo i costi di finanziamento per i governi e mantenendo bassi i tassi di interesse. Questo può aiutare a gestire il debito pubblico ma solleva preoccupazioni su inflazione e svalutazione della valuta a lungo termine. Si tratta della solita storia della cosiddetta scala mobile.
Funzione della Spesa Pubblica:
Keynes sosteneva di fatto l'aporia che la spesa pubblica in periodi di recessione fosse necessaria per sostenere la domanda e l'occupazione. Tuttavia, se la spesa pubblica non è ben gestita o non è produttiva, non può che portare a inefficienze e a una cattiva allocazione delle risorse.
Prospettive Alternative
Alcuni economisti e teorici suggeriscono alternative alle politiche keynesiane e alla gestione del debito pubblico, come:
Austerità:
Ridurre la spesa pubblica e aumentare le entrate per ridurre il debito pubblico. Tuttavia, l'austerità può, come si è visto nel secolo passato e nei decenni passati, avere effetti negativi sulla crescita economica e sul benessere sociale nel breve termine.
Teoria Monetaria Moderna (MMT):
Propone che i governi che emettono la propria valuta non possono esaurire il denaro e dovrebbero concentrarsi sul mantenimento della piena occupazione piuttosto che sul bilancio equilibrato. Tuttavia, questa teoria è controversa e criticata per il rischio di inflazione. Di fatto è un super keynesismo all'ennesima potenza che ha di buono solo la sua comicità (a volte si ride per non piangere).
Riforma del Sistema Finanziario:
Alcuni suggeriscono riforme più radicali del sistema finanziario e monetario, come il controllo pubblico della creazione di moneta e la separazione delle attività bancarie commerciali e speculative.
Le politiche keynesiane sono state fatte studiare come contributo a gestire crisi economiche significative, anche se le critiche sui loro effetti a lungo termine, come l'accumulo di debito pubblico, furono e sono valide, meritando attenzione. La gestione del debito pubblico e la ricerca di politiche economiche sostenibili restano sfide cruciali per i governi moderni. Studiare una varietà di approcci e riforme può aiutare a trovare soluzioni equilibrate e sostenibili.
L'idea di politica economica risulta a me, studioso della tri-articolazione sociale steineriana dal 1972, spuria, in quanto la politica e l'economia non hanno essenzialmente nulla in comune, essendo rispettivamente paragonate (nel libro "I punti essenziali della questione sociale rispetto alle necessità della vita nel presente e nell'avvenire...") alla sfera del sistema respiratorio ed a quella del sistema nervoso, entro l'organismo umano. Sarebbe un po' come se il cuore volesse avere la funzione del nervo o viceversa, causando la morte dell'essere umano (per es. un "colpo" al cervello o un infarto). Quindi occorre integrare, secondo episteme, in ogni idea economica alternativa con l'idea della tri-articolazione dei poteri dell'organismo sociale.
Perché?
La tri-articolazione sociale di Rudolf Steiner è un'idea nuova, interessante e complessa per gli economisti ma non per i popoli, che cerca di far conoscere le tre sfere principali della società: economica, politica e culturale, paragonandole ai sistemi del corpo umano. Secondo Steiner, queste tre sfere dovrebbero operare in modo relativamente indipendente, ma in armonia, per garantire una società sana e bilanciata.
Tri-articolazione Sociale
Sfera Economica (Sistema Nervoso):
La sfera economica si occupa della produzione, distribuzione e consumo di beni e servizi. Steiner paragona questa sfera al sistema nervoso perché è responsabile della gestione delle risorse e della coordinazione delle attività materiali.
Sfera Politica (Sistema Respiratorio):
La sfera politica riguarda la giustizia, la legislazione e l'amministrazione pubblica. Paragonata al sistema respiratorio, questa sfera è vista come un intermediario che regola le relazioni tra gli individui, garantendo equità e diritti.
Sfera Culturale (Sistema Metabolico/Circolatorio):
La sfera culturale comprende l'istruzione, l'arte, la scienza, la religione e tutte le attività che contribuiscono allo sviluppo spirituale e intellettuale dell'individuo. Paragonata al sistema metabolico/circolatorio, questa sfera è vista come la fonte di nutrimento spirituale e culturale. Da ricordare: la giurisprudenza rientra in questa sfera e non in quella prettamente politica o cardiaca.
Integrazione delle Idee
La politica e l'economia, pertanto, non dovrebbero essere mescolate troppo strettamente come avviene superficialmente oggi (2024) La questione è COME applicare questi principi per affrontare le critiche e le problematiche delle "politiche economiche" contemporanee, come il debito pubblico e la sostenibilità fiscale.
Possibile Integrazione
Indipendenza e Cooperazione:
Economia: Dovrebbe focalizzarsi sull'efficienza, la sostenibilità e la giustizia distributiva (che io chiamerei RESTITUTIVA, per esempio di reddito minimo vitale per tutti incondizionato dalla nascita alla morte, paragonabile alla legge fisica di Boyle-Mariotti: cfr. il video in fondo pagina), garantendo che le risorse siano utilizzate in modo efficace e che i bisogni materiali siano soddisfatti.
Politica: Dovrebbe concentrarsi sulla regolamentazione e sulla legislazione, garantendo che le attività economiche siano eque e rispettino i diritti degli individui. La politica dovrebbe agire come un guardiano che assicura che l'economia non travalichi i suoi limiti etici e sociali.
Cultura: Dovrebbe essere una sfera indipendente che nutre la crescita spirituale, intellettuale e artistica degli individui, influenzando positivamente sia la politica che l'economia senza essere dominata da queste.
Gestione del Debito Pubblico:
Un approccio basato sulla tri-articolazione sociale potrebbe suggerire che la politica economica dovrebbe essere guidata da principi etici e sostenibili piuttosto che da obiettivi a breve termine o interessi particolari.
La creazione e la gestione del debito pubblico dovrebbero essere TRASPARENTI e orientate alla vitalità, con una chiara separazione tra le responsabilità economiche e le decisioni politiche.
Politiche Economiche Sostenibili:
Le "politiche economiche", in quanto essenzialmente contraddizioni in termini, non dovrebbero essere progettate ma vissute, cioè sperimentate dalla "massaia" (uomo o donna che sia, che vanno praticamente al mercato a fare la spesa) per sostenere una crescita equilibrata e sostenibile, evitando l'accumulo eccessivo di debito e promuovendo l'innovazione e la giustizia sociale.
Le decisioni politiche dovrebbero essere prese con una visione a lungo termine, considerando l'impatto su tutte le tre sfere della società e promuovendo la cooperazione piuttosto che la competizione distruttiva.
Conclusione
Integrare l'idea della tri-articolazione sociale di Steiner con le critiche alle politiche keynesiane e la gestione del debito pubblico offre una prospettiva interessante e potenzialmente fruttuosa. Isolare - ma solo conoscitivamente - le sfere economica, politica e culturale potrebbe aiutare a creare un sistema più equilibrato e sostenibile, in cui ogni sfera può operare efficacemente senza interferenze indebite dalle altre. Questo approccio richiederebbe una revisione delle strutture istituzionali e una maggiore enfasi sulla cooperazione e sulla trasparenza per garantire una società più giusta e armoniosa.

Il minimo vitale è una precisa legge sociale, paragonabile alla legge di Boyle-Mariotte della fisica. Si tratta di comprendere che un terrestre senza terra è come una bottiglia vuota. Pretendere da un terrestre senza terra che paghi le tasse è come pretendere che una bottiglia di plastica stia sott'acqua senza accartocciarsi su se stessa essendo vuota. Solo a partire dalla tri-articolazione considerata come elemento fondamentale si può ragionare seguendo le leggi sociali e non agendo contro di esse. Va comunque detto che dall’osservazione superficiale della mera vitalità animale non si acquisisce un’idea sui fondamenti della tri-articolazione, proprio come non si capisce il teorema di Pitagora per quanti triangoli rettangoli si osservino, sgranando gli occhi su di essi come può fare un cavallo o un bue. Una volta che però lo si sia capito, attivando il pensare, lo si può applicare ad ogni triangolo rettangolo. Lo stesso succede per le leggi fondamentali epistemiche della tri-articolazione, come di ogni altro oggetto di percezione sensibile o sovrasensibile. Una volta afferrate nel modo giusto e secondo realtà, tali leggi, in quanto incontrovertibili, sono applicabili ovunque.
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