08

Conoscere Cristo, senza carte

Esplora l'episteme come spirito santo e scopri il significato profondo di ogni aspetto della conoscenza umana. Unisciti a noi in questa ricerca!

Esplora la Conoscenza Universale

Benvenuti su Marameo, il luogo dove la conoscenza incontra lo spirito.

Qui trovi una vasta gamma di argomenti che vanno dall'epistemologia alla tri-articolazione sociale, dalla fisica alla psicologia, e molto altro ancora.

Il nostro obiettivo è condividere con te la conoscenza incontrovertibile e universale su temi epistemologici, legali, scientifici e spirituali.

Il significato dell'Episteme 

La nostra missione è mostrare che l'episteme è spirito santo. Esploriamo l'importanza di comprendere la conoscenza come un'entità spirituale e non solo materiale. Scopri come la conoscenza può trasformare il tuo approccio alla vita e alla spiritualità.


L'Avvento del Cristo

All'uomo del 3° millennio non servono più carte per dire il giusto ma la propria carne, perché con l'avvento del Cristo ogni libro religioso si è trasformato in carne vivente ominale, e non animale. Scopri come l'avvento del Cristo ha cambiato radicalmente la nostra comprensione della spiritualità e della conoscenza universale.


Unisciti alla Nostra Ricerca

Se sei interessato a esplorare ulteriormente la conoscenza universale e il significato profondo della spiritualità, non esitare a contattarci. Siamo qui per offrire gratuitamente la possibilità di questa affascinante esplorazione!

 

Per conoscere la storicità del Cristo senza documenti si può partire da un’ipotesi immaginando una condizione precisa. Se, per esempio, esistesse un uomo in cui fosse allontanato l'io, mediante una qualsiasi potenza cosmica - (ammettendo così la possibilità di rimuovere dai suoi tre corpi (fisico, eterico o vitale, e astrale o del movimento) l'io ordinario, che trapassando attraverso le precedenti incarnazioni fosse in grado di inserire in quelli un io in grado di agire in armonia coi mondi spirituali - dovrebbe accadere, come ho mostrato, che dopo tre anni il suo organismo dovrebbe soccombere. Dovrebbe cioè accadere che per effetto del karma universale (karma significa in sanscrito legge di causa-effetto, relativa al ciclo delle vite terrene, cioè al גלגל, ghilgal, nome ebraico di tale ciclo) l'entità spirituale collegata ai mondi superiori non potrebbe vivere in quel corpo per più di tre anni (nel passaggio dall'età infantile a quella adulta la capacità di vivere dell'organismo umano si conserva perché questo è ancora in grado di modificarsi; invece nell'età più avanzata non è più capace di modificarsi, perciò non è più nemmeno in grado di continuare a sussistere con l'io sopra accennato). Solo ALLA FINE DI TUTTE LE VITE TERRENE l'uomo potrebbe avere ciò che gli consentirebbe di vivere per più di tre anni con tale entità spirituale. In quel momento l'uomo sarebbe anche in grado di dire: “Non io, ma questo elemento superiore in me, che è sempre stato presente, opera ora in me!”. Fino a quel momento egli non potrebbe parlare così in quanto non ancora in grado, col suo io umano, di fare davvero vivere in sé tale elemento superiore, potrebbe tutt’al più solo avvertirlo.

Continuando nell’ipotesi: se verso la metà dell'evoluzione terrestre fosse esistito un organismo umano che in età adulta fosse stato liberato del suo io ad opera di certe forze cosmiche, e avesse così accolto l'io che di solito agisce solo nei primi tre anni dell'infanzia, e che fosse perciò in rapporto coi mondi spirituali in cui si trova l'uomo fra la morte e una nuova nascita, quanto tempo un uomo siffatto potrebbe vivere sul pianeta? La risposta sarebbe: circa tre anni, dato che allora, per effetto del karma universale, dovrebbe accadere qualcosa che distruggerebbe quell'organismo umano.

Finora ho solo ipotizzato situazioni senza bisogno di alcun documento o di alcuna carta. Ciò che però ho ipotizzato, si è davvero avverato nella storia. L'organismo umano che si trovava in riva al Giordano quando l'io di Gesù di Nazaret (Palestina) si allontanò dai tre corpi, dopo il battesimo, aveva accolto in sé in piena e libera attuazione, quel superiore io dell'umanità che di solito opera nel bambino con cosmica saggezza, senza che l'uomo ne abbia coscienza. Ma da ciò derivava la necessità che quell'io connesso al mondo spirituale superiore potesse vivere solo tre anni entro quell'organismo umano. I fatti dovettero svolgersi in modo che, dopo tre anni, la vita terrena di quell'essere avesse termine.

Gli eventi esteriori della vita del Cristo Gesù sono necessariamente da interpretarsi come determinati dalle cause interne di cui sopra, e si presentano come la loro espressione esteriore. Ne risulta il rapporto profondo tra l'elemento guida dell'uomo, che risplende velatamente nella nostra infanzia operando di continuo in noi in modo subcosciente come la parte migliore di noi, e quello che penetrò una volta nell'intera evoluzione dell'umanità, vivendo per tre anni in una corporeità umana.

Che cosa si manifesta in questo io superiore, collegato a gerarchie spirituali e che allora penetrò nel corpo umano di Gesù di Nazaret, in modo che il suo ingresso è rappresentato simbolicamente sotto la figura dello Spirito Santo che discende in forma di colomba, accompagnato dalle parole "Questo è il mio Figlio diletto, oggi l'ho generato" (perché così suonavano originariamente quelle parole)?

Se si prende in considerazione questa immagine si scorge il sommo ideale umano. Questa immagine infatti non significa altro che questo: nella storia di Gesù di Nazaret è riferito che in ogni uomo si può riconoscere il Cristo. E se anche non esistessero né i Vangeli, né la tradizione, che affermano che un tempo visse un Cristo, la conoscenza della natura umana permetterebbe di apprendere che il Cristo vive nell'uomo.

Conoscere le forze operanti sull'uomo nell'infanzia significa riconoscere il Cristo nell'uomo.

Sorge ora il problema: questa conoscenza conduce anche al riconoscimento del fatto che il Cristo è vissuto davvero una volta sulla terra in un corpo umano?

A questa domanda si può rispondere affermativamente, SENZA RICORRERE AD ALCUN DOCUMENTO. Infatti una reale autoconoscenza che sappia osservare conduce l'uomo odierno a riconoscere che nell'attività interiore dell'uomo si trovano forze che emanano dal Cristo: nei primi tre anni dell'infanzia tali forze agiscono senza alcun intervento da parte dell'uomo. Più tardi possono agire solo se l'uomo cerca in sé il Cristo mediante una concentrazione nel proprio intimo.

Ciò vale pur sapendo che non in ogni tempo l'uomo fu in grado di trovare in sé il Cristo come lo può trovare oggi: vi furono tempi in cui nessuna concentrazione nel proprio intimo poteva condurre l'uomo al Cristo. Anche questo è insegnato dalla coscienza in grado di osservare.

Si osservi per esempio la seguente equazione: così come l'uomo odierno nell'infanzia indica sé stesso in terza persona, allo stesso modo nell'umanità antica egli si esprimeva con frasi come: "Il mio cuore dice che…”, "Il cielo mi assicura che…", "L'anima mia magnifica il Signore", ecc.

Ciò che molto spesso è preso superficialmente come espressione poetica è invece connesso con l'espressione normale di un'umanità più antica che sentiva la propria interiorità come mondo spirituale ma ancora in uno stato di sogno.

La vita terrena del Cristo sta in mezzo, tra il passato in cui l'uomo non poteva trovare il Cristo in sé, ed il presente in cui è invece possibile trovarlo. Ed è proprio QUELLA stessa vita terrena la ragione per cui l'uomo è ora in grado di trovare il Cristo nel modo sopra accennato. In tal modo, per la conoscenza capace di vedere, È DIMOSTRATA l'esistenza terrena del Cristo, prescindendo da qualsiasi documento storico.

Per una coscienza in grado di osservare quanto segue, il Cristo è essenzialmente un ideale capace di presentare a tutti, sollevato nello spirito, ciò che di solito si compie nella corporeità: nei primi anni della vita l'uomo impara a camminare fisicamente, partendo da forze spirituali: vale a dire che dallo spirito l'uomo si trova la sua via per la vita terrestre. E impara a parlare, cioè a formulare la verità, partendo da forze spirituali; in altri termini, nei primi tre anni di vita l'uomo sviluppa dal suono l'essenza della verità. Ed anche la vita che l'uomo, in quanto essere dotato di io, vive sulla terra, riceve il proprio organo vitale (il cervello) mediante ciò che si va formando nei primi tre anni dell'infanzia. Così dunque l'uomo apprende a camminare nel corpo, cioè a trovare "LA VIA", apprende a presentare col suo organismo "LA VERITÀ" e impara ad esprimere nel corpo, partendo dallo spirito, "LA VITA". Non sembra possibile concepire una più significativa trasformazione delle parole: "Se non diventate come fanciulli, non potete entrare nel regno dei cieli" e delle parole con cui si esprime l'io del Cristo: "IO SONO LA VIA, LA VERITÀ E LA VITA".

Così come le forze spirituali superiori improntano l'organismo infantile (che non è cosciente) in modo da fame un'espressione corporea della via, della verità e della vita, allo stesso modo lo spirito umano, compenetrandosi del Cristo, diventa a poco a poco, coscientemente, il portatore della via, della verità e della vita. In tal modo egli si trasforma nel corso del divenire terrestre nella forza che operava in lui durante l'infanzia (senza che egli ne fosse stato il soggetto cosciente).

Parole come quelle della via, della verità e della vita sono atte ad aprire le porte dell'eternità.

Queste parole risuonano nelle profondità dell'attività interiore umana se l'autocoscienza diventa reale e sostanziale (ovviamente umana in senso OMINALE, non ANIMALE come vuole insegnare “la scienza” priva di episteme, cioè priva di ciò che sta in piedi da sé). E tutto questo è possibile da Cristo in poi (anche perché il cosiddetto spirito santo non è altro che epistemologia vivente nell’attività interiore di ognuno, che lo si voglia riconoscere o no). Prima era impossibile accadesse naturalmente, ma occorrevano preparazioni artificiali a cui l'iniziando si sottoponeva con ripetute prove nelle cerchie oracolari e misteriche. E ciò non era concesso a tutti.

In altre parole si può dire che DALL'INCARNAZIONE DI CRISTO IN POI NON VI SONO PIÙ MASSE DI PERSONE DA CONDURRE E PILOTARE ORACOLARMENTE (almeno non dovrebbero più esserci anche se l'eccezione anti-evolutiva voluta dal cattolicesimo conferma la regola), BENSÌ PIUTTOSTO DELLE INDIVIDUALITÀ SEMPRE MAGGIORMENTE AUTOCOSCIENTI, OGNUNA DELLE QUALI È UN GREGGE DI FORZE CHE L'IO CRISTICO APOSTOLICO CONDUCE NATURALMENTE AL PADRE, CIOÈ AD UN PENSARE UNIVERSALE: UNO COL PADRE.

Oggi, terzo millennio, la direzione spirituale dell'uomo non può più avvenire tramite documenti esterni o tramite "direttori spirituali" esterni all'uomo. La direzione dell'uomo di oggi consta dell'autocoscienza capace nell'uomo di far trovare il Cristo in sé, come guida alla quale, dal tempo in cui il Cristo visse sulla terra, si può sempre arrivare, perché è sempre presente nell'uomo. QUESTA È L'UNICA PREDICAZIONE POSSIBILE DA CRISTO IN POI. E questo sarà sempre più avvertito come giusto dall'umanità ominale. È naturale che sia così. Ciò, ovviamente, non significa sminuire l'autorità delle scritture. Infatti se si applica ai documenti storici la conoscenza che si è acquistata senza di quelli, si scopre la vera natura di QUEI DOCUMENTI, i quali NON SORSERO PER PORTARE ALLUCINAZIONI NEGLI UOMINI E NEANCHE PERCHÉ FOSSE POSSIBILE PILOTARE IN UN MODO DIVERSO LE MASSE IN NOME DELL'ISPIRAZIONE PROVENIENTE DALLO SPIRITO SANTO.

Cosa sono allora i vangeli? Lo spiego nel prossimo articolo.

Crea il tuo sito web con Webador