Il quintetto di Stephan oscurato
Benvenuti alla pagina "Il quintetto di Stephan oscurato" di Marameo, dove esaminiamo l'oscurantismo della scienza moderna attraverso fotografie del cosmo tratte dal volume "Seeing Red" di Halton Arp.
La nostra missione è mettere in luce le contraddizioni e le limitazioni presenti nelle discipline scientifiche e umanistiche, offrendo una prospettiva alternativa e provocatoria su concetti spuri come lo 'spaziotempo'.
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Quintetto di Stephan
e Oscurantismo odierno
Il quintetto di Stephan (raffigurato nella copertina del libro "Seeing Red" di Halton Arp) è un ammasso di galassie che disterebbe da noi 350 milioni di anni luce, secondo il convenzionalismo einsteiniano degli "al" (anni luce). In altre parole, la luce di queste stelle impiegherebbe 350 milioni di anni per arrivare alla lente del telescopio e quindi all'occhio umano del materialista credente nella materia luce!
Ma queste affermazioni sono affermazioni di zelo fideistico a causa della mancanza totale di logica di realtà e mostrano in definitiva che la scienza - ridotta così a "scienziaggine" - è finita!

Il gruppo fu scoperto dall'astronomo francese Édouard Stephan nel 1877 all'Osservatorio di Marsiglia con un grande telescopio a riflessione da 80 cm. Le galassie furono battezzate NGC7317, NGC7318a, NGC7318b, NGC7319 e NGC7320 (1) e divennero famose per le loro interazioni, essendo in rotta di collisione fra loro (ops: essendo state in collisione 350 milioni di anni luce fa! Sic!), per cui sono dette "gruppo di galassie a interazione multipla".
Le prime quattro del quintetto mostrano redshift (2) similari, mentre la più brillante, NGC7320, ha un redshift di molto inferiore che la riduce a circa 1/8 della distanza rispetto alle altre (il redshift è infatti per l'einsteinismo un'altra convenzione assoluta come gli "al" indicanti distanza). Eppure queste cinque galassie dette "a interazione multipla" sono dette così proprio perché appaiono molto simili ed interagenti.
Questo FATTO rende inspiegabile la differenza di redshift citata.

Per rendere l'idea di questa anomalia - che la comunità scientifica riesce comunque a spiegare come normalità e che tutti i bigbangers ripetono come pappagalli in tutto il mondo - si immagini di considerare normale un gruppo di cinque uomini più o meno simili d'aspetto, che passeggiasse nello stesso viale con un passo regolare, mentre uno di loro procedesse al rallentatore o a un ottavo di quel passo pur interagendo con loro come se avessero tutti e cinque lo stesso incedere... Questa è patologia, non genialità.
Perciò e per fortuna è sempre in corso la grande disputa tra scienziati credenti nella comunità scientifica (einsteiniana, ovviamente) e non credenti: le discordanze mettono in forse tutta la cosmologia sostenuta dalla fisica teorica odierna, la quale dice che il redshift sia un'espressione spaziotemporale, mentre le relativamente recenti osservazioni del gruppo di Halton Arp lo rilevano come espressione del solo tempo o della mera età degli oggetti osservati (stelle, quasar, galassie, ammassi stellari, ecc.).
Scrive Arp: «Un'eloquente illustrazione di quanto siano sbagliate le stime che gli astronomi fanno delle dimensioni delle galassie ScI è mostrata nella figura [seguente]. La galassia più grande è la spirale ScI NGC 309, cosi come apparirebbe se fosse alla distanza che si deriva dal suo redshift.

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