ח (chet) come giustizia
e π (pi greco) come lontano
Benvenuti nella sezione dedicata a "ח (chet) come giustizia e π (pi greco) come lontano" di Marameo. Qui esploreremo i valori segreti delle lettere ebraiche e il significato profondo di queste simbologie antiche.
Epistemologia delle Lettere Ebraiche
Nel capitolo 5° di "Numerologia biblica" del 1995, ho approfondito l'"Altro sistema" di valori geometrici delle 22 lettere dell'alfabeto ebraico. Questo studio porta alla luce significati nascosti e antichi legami con la conoscenza e la saggezza.
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Nereo Villa, conosciuto anche come Marameo, ha come obiettivo principale la creazione di un organismo sociale a misura d'uomo, ispirato all'idea del "SABATO PER L'UOMO" indicato da Gesù di Nazaret. Le sue proposte mirano a portare avanti un cambiamento positivo e costruttivo per la società italiana.
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Il valore 3,14 di π (PI GRECO) è detto irrazionale. Sintetizzando 3,14 secondo la logica dei numeri, detta “gematria” (גימטריה oppure גימטריא; pronuncia: ghemàtria; significato: numerologia), vale 8 (= 3+1+4), che nell’alfabeto ebraico è l’ottava lettera “chet” (ח). Questa lettera fu studiata da René Guénon come zodiacale del Cancro, segno astrologico della zona toracica umana, dove risiede il ritmo cardiaco, e che nei tarocchi maggiori è “La Giustizia” (la parola tarocco proviene da “torah”, “legge”).
Esiste un rapporto del ח PI GRECO col contenuto concettuale ebraico di LONTANO, Questo rapporto continua a meravigliarmi, dato che l’ho compreso solo ora (2024) scrutando miei vecchi appunti di numerologia. Ciò è per me una conferma ulteriore che gli antichi idiomi della sapienza, oggi detti superficialmente “sacre scritture”,
provengono mitologicamente dal dio Mercurio. Si tratta infatti di scienze antiche, che non provengono da invenzioni umane ma dal PRANA degli spiriti dei popoli (cfr. “Il popolo che non muore mai”: https://gratis-4733139.webadorsite.com/il-popolo-che-non-muore-mai).
In ebraico l’avverbio “lontano” si dice “rachòk” (רחוק) (1), parola formata da resh (ר), chet (ח), vav (ו) e qof (ק), in valori numerici 200, 8, 6 e 100, somma totale 314, sintesi 8 (= 3+1+4).
A me pare che il π (Pi greco) porti davvero LONTANO.
Vorrei partire da questi pensieri per incominciare in modo nuovo la trattazione esoterica del "tre-e-quattordici" del Pi greco, elemento simbolo di cosmica circolarità in cielo, dove il sole, la luna, i pianeti, le galassie sono sempre in movimento e, in terra, come circolarità microcosmica di orbite oculari, capo umano, globuli del sangue, ecc., anch'essi sempre in movimento.
In tale contesto circolare o sferico, avente una periferia e una circonferenza, anche ovoidale, in cui muoviamo gli arti come in un’aura, risiediamo come individualità in un centro vitale in corrispondenza al cuore e al ritmo, che caratterizza la vita stessa.
Il Pi greco mi sembra pertanto l’elemento valoriale che può caratterizzare il rapporto tra loro, sia nel macrocosmo che nel microcosmo. Per esempio: per disegnare un cerchio, devo puntare nel centro e usare un raggio del compasso che è in rapporto “Pi greco” con la circonferenza che voglio tracciare.
Si tratta di un rapporto sancito da un valore numerico che NON HA FINE. E ciò è ben in armonia col fatto che, per andare alla ricerca di noi stessi, passando dalla nostra circonferenza-periferia (gli accadimenti che si susseguono sulla superficie della nostra vita) alla nostra attività interiore, anticamente detta anima (ciò che genera e anima ogni rapporto) dobbiamo necessariamente considerare un elemento che non ha confini, qualcosa di non-finito e non-definibile.
Il simbolo grafico che lo rappresenta (π) richiama l’immagine di una porta, come se fosse l’ingresso di un percorso, il passaggio tra il “finito” della nostra esistenza materiale e il “non-finito” della nostra essenza.
Nel Corpus Hermeticum, un antico testo sapienziale di straordinaria ispirazione, Ermete dice a Tat:
«Di tutti gli esseri viventi del creato, l’uomo (e la donna, ovviamente) è l’unico essere duplice, mortale secondo la sua corporeità e immortale secondo la sua essenza» (in Aemi Bonifetto: https://www.esotericoquotidiano.it/2021/03/26/pi-greco/).
Il PI GRECO, π, è la sedicesima lettera dell'alfabeto greco e corrisponde alla consonante latina P; “con l'accento a destra valeva 80, preceduta da una virgola valeva 80.000. Nella forma minuscola indicava il 16° Libro dell'Odissea, nella forma maiuscola il 16° Libro dell'Iliade. In matematica, il pi greco indica un piano, mentre in geometria è il rapporto fra la circonferenza ed il diametro e vale 3,14” (cfr. il sito “Spiritual. Crescita personale”: https://www.spiritual.it/it/glossario-de-la-dottrina-segreta/pi-greco,10,8124).
Il discorso esoterico su questo numero è vasto e appassionante.
“Parker, ad esempio, nel suo problema per la quadratura del cerchio adopera misure speciali per spiegare come i numeri collegati siano alla base non solo della costruzione della Grande Piramide, ma anche del sistema metrico inglese. In alcune opere antiche, questo numero si trova scritto 3/4/5, dove la barra sostituisce la cifra 1” (ibid.). Per cui si dovrebbe leggere 31415, da cui il valore numerico 3.1415, sintesi logica interna al Logos, dove il Punto, detto anche “Angelo del Volto”, e in ebraico Michele, “colui che è simile a Dio”, “è la rappresentazione manifesta del Logos” (ibid.). Questa forma di scrittura offriva infatti anche la successione delle prime tre forme geometriche piane: 1°) il triangolo; 2°) il quadrato (o il cubo) e 3°) il pentagono (o pentacolo). [...] “Nei calcoli segreti permise di esprimere i vari cicli e le diverse età del Primogenito” (ibid.).
Dei valori segreti delle lettere ebraiche ho trattato nel capitolo 5° di “Numerologia biblica”, intitolato “L’altro sistema” (https://digilander.libero.it/VNereo/laltrosi.htm) indicando il sistema di calcolo geometrico come “altro sistema” epistemico di valori delle 22 lettere dell’alfabeto ebraico.
Queste cose, come anche la seguente nota storica e grammaticale, si sanno oppure non si sanno: si tratta di dati non di opinioni. Su questi dati si possono comparare antichi idiomi che formarono la scienza antica. Oggi la presunzione acefala degli "scienziati" ha gettato alle ortiche questi dati, generando solo SCIENZIAGGINE QUANTISTICA che non sta in piedi in quanto priva di EPISTEME (cfr. https://gratis-4733139.webadorsite.com/episteme-spirito-santo) per cui oggi (2024) assistiamo giornalmente a "scienziati", che non entrano nella scienza dalla porta dell'io, ma vi salgono da un'altra parte, dimostrandosi così ladri e briganti. Altro che iniziati alla Sapienza! Perciò ieri, tempo della antica scienza si diceva, como monito per il futuro: « ...chi non entra per la porta... ma vi sale da un'altra parte, è un ladro e un brigante.... io sono la porta... Tutti quelli che sono venuti prima di me, sono stati ladri e briganti; ma... non li hanno ascoltati. Io sono la porta; se uno entra per me, sarà salvato, entrerà e uscirà, e troverà pastura. Il ladro non viene se non per rubare, ammazzare e distruggere; io son venuto perché abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza» (Vangelo di Giovanni, capitolo 10,1-10).
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