Logicità delle 2 genealogie di Gesù nei vangeli

Benvenuti alla pagina "Logicità delle 2 genealogie di Gesù nei vangeli" di Marameo! Siamo entusiasti di condividere con voi una critica dell'approccio dei teologi e studiosi ai vangeli per promuovere la tri-articolazione dei poteri entro l'organismo sociale.


La Scienza Esatta dei Vangeli

Secondo il Vangelo, il vino nuovo va messo in otri nuovi. Questa è una verità incontrovertibile che collega la scienza esatta alla logicità dei vangeli. Mettendolo in otri vecchi, gli otri scoppiano e tutto (vino e otri) si disperde. Questo è solo un esempio di come possiamo applicare la logica dei vangeli nella nostra vita quotidiana.


Applicazione Pratica

Esploriamo come queste verità possono essere applicate nella società moderna. Come possiamo promuovere la tri-articolazione dei poteri entro l'organismo sociale attraverso la comprensione accurata dei vangeli? Siamo qui per offrire spunti e riflessioni che possano ispirare un cambiamento positivo.


Unisciti a noi nel promuovere la tri-articolazione sociale!

Scopri di più sulle verità universali nascoste nei vangeli e come possono influenzare la nostra società moderna.

 

PREMESSA

Dal mondo degli esseri umani sedicenti animali secondo “la scienza", i relativi esoterismi e le relative culture tradizionali, provengono ancora oggi, da più di un secolo, critiche abrasive nei confronti dell'opera omnia di R. Steiner. Si crede che la sua opera sia fondata su contenuti di chiaroveggenza di una sola persona: lui stesso. Steiner però non desiderò mai "fedeli" alle sue conferenze, né "fedeli" lettori dei suoi libri, dato che spiegò sempre a tutti come PERVENIRE spregiudicatamente (cioè senza pre-giudizi) a tale chiaroveggenza. Egli afferrava tutto dal “qui ed ora” del suo tempo, dal mondo quotidiano, o dal "basso", aprendo di volta in volta un varco verso l’alto, il mondo dello spirito, cioè dell'immateriale pensare, mostrandone l'universalità. Perciò era avversato, se non odiato, da molti uomini animali, come ad es. Jung. Guénon, Evola ed altri, i cui “fedeli” digrignano i denti ancora oggi, appunto.

Carl Gustav Jung (1875-1961) sistematizzò, ad es., la propria IPOCRISIA DI "STATO" scrivendo: "Il concetto di Dio è in sostanza una necessaria funzione psicologica di natura irrazionale, che non ha assolutamente nulla a che fare con l'esistenza di Dio" (Carl Gustav Jung "Die Psychologie der unbewussten Prozesse", Zurigo 1917).

René Guénon, TRADIZIONALISTA ASSOLUTO, ritenne giusto convertirsi all'islamismo. Questa cosa è di per sé nullificazione di sé: è il mio parere,  dopo avere studiato tutta la sua opera, che ritengo tuttavia valida dal punto di vista dello studio delle parole orientali e mediorientali. Ma farsi galoppino di una confessione religiosa o filosofica o scientifica è dimostrazione di cecità interiore verso il NUOVO, verso la tradizione solare, che nel caso del Guénon è evidentemente ricacciata in quella lunare, come VINO NUOVO MESSO IN OTRI ANTICHI.

Julius Evola (1898-1974), anch'egli esaltato tradizionalista, pur essendo detrattore della chiaroveggenza di Steiner (J. Evola, "Maschera e volto dello spiritualismo contemporaneo" opera del 1932) non riuscì a demolirne l'anelito verso una scienza esatta del sovrasensibile in grado di metamorfosare i vari misticismi fumosi, medianici o spiritistici in mistica oggettiva e universale.

Altri detrattori dell'opera di Steiner furono e sono ancora oggi i suoi "fedeli", che sembrano non trovare di meglio che trasformare la tri-articolazione sociale in “tripartizione” o "parificare" le cosiddette scuole "Waldorf" italiane alla stregua di quelle dell'obbligo di Stato.

Questa scotomizzazione degli spiriti operata dall’economicismo degli Stati sedicenti democratici del pianeta, vale anche per le arti. Da altra parte, ovviamente, qualcosa sta ancora in piedi, per esempio una rara cinematografia anelante ad informare su fatti reali relativamente recenti. Si prenda ad esempio Il film “Delitto di Mafia. Mario Francese” in cui si narra di “Cosa Nostra” che fece uccidere Mario Francese (1925-1979) dal mafioso Leoluca Bagarella.

Oggi, la coppia FRANCESCO CARBONE –VIRGINIA CERULLO (lui libero e appassionato studioso di giurisprudenza e lei, sua compagna di vita e avvocato, sono i continuatori moderni dell’opera di M. Francese: moderni in quanto per autodifesa si servono di cellulari, registrando o documentando in video, gli incredibili misfatti della giustizia italiana contro le loro denunce fatte in procura contro magistrati corrotti, giornalisti corrotti, politici corrotti.

Purtroppo sono in pochi in Italia ad accorgersene (Carbone e Cerullo sono quasi più famosi all’estero che in Italia), dato che i “fedeli” a Carbone sono per lo più persone randellate dal diritto mafioso di Stato, i quali non hanno voce, anche perché sono per lo più convinti che scendere in piazza sostituisca il pensare, per cui continuano a muoversi solo in tal senso. Il tempi però è cambiato, lo spirito del tempo odierno (2024) esige che l’associarsi parta dall’idea non dalla prospezione dialettica o materialistica dell’idea. Questo è difficile da capire ma basterebbe tenere presente che il tempo della partitocrazia è finito. Non si può più oggi lasciarsi scotomizzare dai sevizi segreti come al tempo di Mario Francese. L'esistenza dei servizi segreti è già mafia di Stato, omertà, che se fosse presente in una qualsiasi famiglia, la disgregherebbe.

L’assalto mafioso agli appalti pubblici raccontato nei reportage del giornalista Mario Francese (si veda il film di cui sopra sul suo assassinio da parte del mafioso Bagarella), gli costò la vita, dato che interessandosi in numerosi suoi articoli delle vicende criminose connesse in vario modo ai lavori di costruzione della diga Garcia e avendo già posto in luce i forti interessi economici dell’associazione mafiosa nel settore dell’edilizia in articoli scritti in relazione alla “strage di Viale Lazio” del 10/12/1969 – intuì la nuova strategia di “Cosa Nostra”, volta a sviluppare la propria dimensione imprenditoriale e ad imporre il proprio egemonico controllo sugli appalti pubblici.

Al tempo di M. Francese non esistevano però telefonini in grado di filmare le cose del mondo esterno e se oggi non esistessero tali strumenti Carbone e Cerullo sarebbero già stati ammazzati come ogni altra "vittima di Cosa Nostra” (Fonte: Nereo Villa, "Sull’Informativa Caronte, fatta emergere da Francesco Carbone con dignità, disciplina e onore", articolo ripubblicato ripubblicato sul TRIDENTE, sito internet poi boicottato mediante FB in stile fuffaro. Il sito conteneva parte di una raccolta di informazioni di giornalisti obiettivi (curata da Claudio Ramaccini, del Centro Studi Sociali contro le Mafie che confermavano quanto in quei giorni aveva denunciato il presidente della APS Governo del Popolo, Francesco Carbone; ripubblicherò anche in MARAMEO tale raccolta di informazioni). 

Fine della Premessa

COMPRENSIONE DELLE GENEALOGIE DEI VANGELI

Ciò premesso, caro lettore, se si vuole parlare di fede, delle due l'una: o la tua fede accetta il contenuto dei vangeli oppure no.

Il mio giudizio sulla forza immateriale che ispirò quei contenuti mi spinge ad accettare per vere entrambe le due differenti genealogie, cioè a testimoniare che tali genealogie NON sono una SVISTA dello spirito scientifico di allora, detto santo, su cui sorvolare in nome di confessionalismi privi di giudizio critico.

La logica di realtà riguardante quei contenuti non è per nulla una chiaroveggenza medianica di sorta ed, anzi, rende possibile la presa d'atto di ciò che è NUOVO e che in quanto TRADIZIONE SOLARE è BUONA COSA, vangelo, o buona novella, o novità buona, che per forza di cose dovrà farsi strada nelle coscienze degli uomini del terzo millennio nella misura in cui preferiranno liberarsi dall'ALLUCINAZIONE del mistero del Golgota predicata dai CATTOLICISMI e dai CONFESSIONALISMI per duemila anni.

Non scandalizzarti dunque, o lettore, della mia “fede”, dato che dirò solo cose incontrovertibili.

All'inizio della nostra era nacquero DUE BAMBINI GESÙ: uno di loro discendeva dalla linea natanica della stirpe di Davide, l'altro dalla linea salomonica della medesima stirpe.

Quei due bambini non nacquero esattamente nello stesso tempo, ma quasi. Da due millenni non se ne tiene conto ma ora siamo nel terzo millennio e dovremmo rimeditare queste cose. Per esempio, secondo le fonti antiche, che aspetto aveva il Gesù unico? Era alto, bello e biondo o brutto e deforme? In Atti di Tommaso, 45, Gesù non ha un aspetto eccezionale: "Noi non lo conoscevamo avendoci egli ingannato con il suo aspetto umile, con la sua indigenza e povertà". I primi a rivendicare una positività della bruttezza di Gesù sono Ireneo e Tertulliano: "Queste erano le parole di coloro che anche disprezzavano il suo aspetto (despicientium formam eius): a tal punto il suo corpo non era dotato di una particolare dignità umana, figurarsi se era dotata di uno splendore celeste (adeo nec humanae honestatis corpus fuit, nedum caelestis claritatis). Dal momento che anche presso di voi non hanno voce i profeti che parlano del suo ignobile aspetto (de ignobili aspectu), ne parlano le stesse passioni che ha subito e le stesse offese che ha ricevuto: le passioni hanno dimostrato che la sua carne era umana, le offese hanno mostrato che essa non era nobile. O forse uno avrebbe osato sfiorare col sommo dell'unghia un corpo mai visto, uno avrebbe osato contaminare di sputi la sua faccia, se non fosse sembrato che essa lo meritava?"; «Annunziammo di lui - dice la scrittura - come un fanciullo, come una radice in una terra assetata, e non vi è in lui né bellezza né gloria (species neque decorem), ma il suo aspetto (species) era disonorevole (inhonorata), inferiore (deficiens) a quello dei figli dell'uomo, uomo sotto i colpi, e che sa sopportare la sua debolezza», s'intende, in quanto "posto dal Padre come pietra d'inciampo, fatto dal Padre un po' più piccolo degli angeli (modicum citra angelos), mentre si nominava verme e non uomo, ignominia d'uomo e disprezzo del popolo". Sembra sia Giustino il primo ad applicare la profezia di Isaia proprio all'aspetto storico di Gesù: «Giunse dunque al Giordano Gesù, che era ritenuto figlio del carpentiere Giuseppe. Era brutto di aspetto (aeidous), come avevano annunciato le Scritture...» (Dial. 88). "Ecco che il Signore volle assumere un corpo di forme meschine (somatos morphe) non invano, ma allo scopo che nessuno, apprezzando l'aspetto avvenente (oraion epainon), ammirando la bellezza fisica (tou kallos thaumazon), si distogliesse dalle sue parole e restasse escluso dalle realtà intelligibili (noeton) solo per aver posto attenzione alle cose che poi vanno lasciate [su questa terra]» (Str. 6, 17, 151, 3 = SCh 446, 364). "Mentre Egli stesso, il 'capo della chiesa', venne sulla terra nella carne, benché 'brutto (aeides) e malformato nell'aspetto (amorphos)', insegnandoci così a volgere lo sguardo alla natura invisibile (aeides) e incorporea (asomaton) della Causa divina (theias aitias)" (Str. 3, 17, 103, 3). Sappiamo che Celso, filosofo pagano del II sec., scagliò un duro attacco all'incarnazione di Cristo proprio sulla base del testo di Isaia 53. Di qui ricaviamo che la tradizione di un Gesù brutto era ben radicata. L'attacco a livello filosofico è rigoroso: Se Gesù era Dio, il suo corpo doveva essere particolarmente straordinario e bello, munito di caratteristiche portentose, invece era perfino brutto: "Dal momento che uno spirito divino era in un corpo, esso avrebbe dovuto superare completamente gli altri corpi in grandezza, bellezza, vigore, voce, sublimità o persuasione. Infatti è impossibile che un corpo in cui si trovava qualcosa di più divino degli altri non fosse per niente differente da un altro. Questo invece non era per niente differente da un altro, ma, come dicono, era piccolo, deforme e ignobile (mikron kai dyseides kai agennes)" (CC VI, 75). Come mai invece ce lo rappresentiamo bello?

Ecco la mia rappresentazione, al di là di bello o brutto, o di simpatico o antipatico: Gesù dodicenne, dopo essere stato smarrito e poi ritrovato nel tempio di Gerusalemme, parlò, secondo il vangelo di Luca, in modo che i suoi genitori non lo riconobbero. Perché non lo riconobbero? Non lo riconobbero perché conoscevano solo il loro bambino di prima: prima di quando si mise a discutere coi dottori della Legge, nel tempio. Questo fatto non è supportato da alcuna razionalità teologica: mi sembra un po' come dire, simulando uno stile zen, che un figlio brutto non può essere riconosciuto come bello.

Ora, nel bambino Gesù salomonico, descritto dal vangelo di Matteo, si incarnò la medesima individualità che nel passato era vissuta sulla terra come Zaratustra. Dunque è il "REINCARNATO" Zaratustra che ci si presenta nel bambino Gesù di quel vangelo, e si tratta qui della crescita di Gesù fino ai dodici anni.

Al dodicesimo anno Zaratustra abbandona il corpo di quel bambino e si trasferisce nel corpo dell'altro bambino Gesù di cui narra il vangelo di Luca. Ecco perché il bambino Gesù del vangelo di Luca diventa improvvisamente diverso da com'era prima e i suoi genitori rimangono stupiti, quando lo ritrovano a Gerusalemme nel tempio, dopo che era penetrato in lui lo spirito di Zaratustra.

Questa chiaroveggenza è sostenibile in modo incontrovertibile anche considerando che a tutt’oggi, le possibilità teologiche di spiegare oggi l’unitarietà tra discendenza salomonica e natanica sono assenti e e devo kantianamente credere ai vangeli scotomizzando come Kant il conoscerli sarei solo un traditore di me stesso. Pertanto rileggo i vangeli e noto che IL BAMBINO, dopo essere stato SMARRITO E POI RITROVATO NEL TEMPIO DI GERUSALEMME, PARLAVA IN MODO CHE I SUOI GENITORI NON LO RICONOBBERO. Non lo riconobbero proprio PERCHÉ, ripeto, CONOSCEVANO SOLO IL LORO BAMBINO DI PRIMA, CIOÈ NATANICO. Quando invece si mise a discorrere coi dottori della Legge, nel tempio, lo fece in quel modo, perché lo spirito di Zaratustra era penetrato in lui. E fino al 30° anno lo spirito di Zaratustra visse in quest'altro corpo nato dalla linea natanica della casa di Davide, raggiungendovi una maturità ancora più alta.

MEMENTO: una caratteristica importante da tenere presente è che l'entità luminosa che irradiava dall’attività interiore in quella corporeità di Gesù era il Budda! Per questo motivo, la tradizione orientale ritiene, giustamente, che il Budda sia nato come "bodhisattva" e che nella sua vita terrena sia asceso alla dignità di Budda solo all'età di 29 anni: quando il Gotama Budda era bambino, alla reggia di suo padre giunse il grande saggio indiano Asita, che piangeva perché, da veggente, era in grado si sapere che quel giovanissimo principe sarebbe divenuto il Buddha, e che egli stesso, essendo già molto vecchio, non avrebbe potuto assistere a quel grande evento. Quel saggio "si reincarnò" al tempo di Gesù di Nazaret, ed è il vecchio sacerdote Simeone di cui il vangelo di Luca narra che Simeone, nel tempio, vide, nel bambino Gesù natanico manifestarsi il Messia, per cui esclamò: "Ora lascia, Signore, che il tuo servo se ne vada in pace, poiché HO VISTO il mio maestro" (Luca 2,25-32). Ciò che non aveva potuto vedere quella volta in India, egli ora lo vedeva attraverso l’anima del bambino Gesù di cui racconta il vangelo di Luca. Era il bodhisattva divenuto Budda!

Tutto ciò fu necessario perché potesse formarsi il corpo che più tardi ricevette nel Giordano il battesimo di Giovanni. A quel punto l'individualità di Zaratustra abbandonò il corpo fisico, la vitalità e l'anima di quel Gesù che, proprio per poterla ospitare, era andato sviluppandosi in modo così complesso. Il rinato Zaratustra dovette attraversare due diverse modalità di sviluppo, offerte appunto dai due bambini Gesù. AL BATTISTA SI PRESENTÒ DUNQUE IL CORPO DI GESÙ DI NAZARET, ENTRO IL QUALE DA ALLORA OPERÒ L'ENTITÀ COSMICA DEL CRISTO, IL QUALE ASSUNSE KRISHNA STESSO COME SUO INVOLUCRO ANIMICO NELL'INCARNAZIONE IN GESÙ DI NAZARET, IL QUALE ORA SPLENDEVA DELLA SUA LUCE E DI TUTTO IL BRAHMAN: Krishna e Rama, anch'essi primordialmente due!

Negli altri uomini le leggi spirituali-cosmiche operano solo in quanto li introducono nella vita terrestre. Nel Cristo Gesù, dopo il battesimo di Giovanni, le forze spirituali cosmiche rimasero operanti in modo esclusivo, SENZA essere in alcun modo influenzate dalle leggi dell'evoluzione terrestre.

Mentre Gesù di Nazaret, quale Cristo Gesù, negli ultimi tre anni della sua vita viveva e si muoveva sulla terra, in Palestina l'intera entità cosmica del Cristo agì ininterrottamente in lui. Il Cristo rimase sempre sotto l'influsso dell'intero cosmo. Quello che in tal modo si verificava in Gesù di Nazaret era un continuo avverarsi dell'oroscopo: infatti in ogni momento si verificava ciò che di solito avviene soltanto nel momento della nascita.

Ciò poté avverarsi solamente per il fatto che l'intero corpo del Gesù natanico era rimasto influenzabile da parte della totalità delle forze delle gerarchie spirituali cosmiche che guidano la nostra terra.

Gli angeli, gli arcangeli, le archai, le exousiai (o potestà), le dynamies (o virtù), le dominazioni, i troni, i cherubini e i serafini sono quelle forze. La loro funzione è quella di tenere insieme i corpi celesti, i quali non sono altro che loro materializzazioni, e che corrispondono rispettivamente a Luna, Mercurio, Venere, Sole, Marte, Giove, Saturno, alle costellazioni zodiacali, ed al restante cielo oltre lo zodiaco: lo spirito del cosmo è in loro.

Se dunque era l'intero spirito del cosmo ad agire in tal modo nel Cristo Gesù, chi era a recarsi, poniamo, a Cafarnao o in qualsiasi altro luogo? Quell'essere che si muoveva sulla faccia della terra aveva, sì, l'apparenza di un uomo qualsiasi; ma le forze operanti in lui erano cosmiche; provenivano dal sole e dalle stelle: erano tali forze a dirigere quel corpo. E tutto ciò che il Cristo Gesù faceva, avveniva in modo conforme alla natura complessiva dell'universo con cui la terra è congiunta. Per questa ragione nei vangeli è così spesso velatamente accennata, per le azioni del Cristo Gesù, la posizione degli astri. Si veda ad esempio nel Vangelo di Giovanni come il Cristo trova i suoi primi discepoli. Vi troviamo le parole: "Era allora circa l'ora decima", perché lo spirito dell'intero cosmo si esprimeva in quel fatto, in conformità a condizioni di tempo. Accenni di questo genere sono talvolta meno espliciti in altri passi dei Vangeli; chi però è in grado di leggere i resoconti dei vangeli, li ritrova dappertutto (cfr., ad es., anche: Marco 15,25; Luca 23.44; Giovanni 4,6 e 19,14).

Da questo punto di vista andrebbero giudicati i miracoli di certe guarigioni. Si veda, per esempio, il passo dove si legge: "Quando il sole fu tramontato, gli portarono gli ammalati ed egli li guarì" (Marco 1,32). Cosa significa?

Qui l'evangelista mette in rilievo che quella guarigione era connessa con tutta la posizione degli astri, e che in quel momento esisteva una situazione cosmica condizionata dal fatto che il sole era tramontato. Cioè in quel passo si vuole evidenziare che, in quelle circostanze di tempo, le necessarie forze di guarigione avrebbero potuto manifestarsi solo dopo il tramonto del sole. Qui vi è pertanto un’antica alchimia da scoprire in merito al tempo: il Cristo Gesù è presentato come il mediatore che mette il malato in rapporto con le forze del cosmo che solo in quel momento possono agire terapeuticamente. SONO LE STESSE FORZE CHE AGIVANO COME CRISTO IN GESÙ. La guarigione avveniva per la presenza del Cristo, grazie alla quale il malato era esposto a quelle stesse forze cosmiche che risultavano curative: ora che potevano agire soltanto in quelle date condizioni di spazio e di tempo. Le forze del cosmo agivano sull'ammalato tramite il loro rappresentante, il Cristo.

Solo però al tempo in cui il Cristo dimorò sulla Terra quelle forze poterono agire così. Solo allora esisteva fra le costellazioni cosmiche e le forze dell'organismo umano un rapporto tale da poter produrre la guarigione di certe malattie, cioè quando, tramite il Cristo Gesù, la costellazione cosmica agiva sull'uomo.

Secondo la conoscenza del cielo (astrologia spirituale o astrosofia) è solo in quel tempo che esisteva un rapporto, fra costellazioni visibili nel cielo e segni zodiacali, potenzialmente terapeutico, cioè quando, tramite l'Agnello-Cristo-Gesù, la costellazione dell'Ariete agiva sull'uomo. È NOTORIO CHE IL PRIMO SEGNO ZODIACALE SIA CONNESSO CON LA TESTA DELL'UOMO (anche qui vi è un simbolo del monte Calvario o Cranio, o Golgota): IL PRIMO ORGANO CHE VIENE ALLA LUCE DURANTE LA NASCITA È APPUNTO IL CAPO UMANO. In quel tempo, la testa, l'agnello del sacrificio pasquale (nell'astrologia ebraica l'Agnello è l'Ariete), il punto di precessione solare di quella primavera, ed il Cristo Gesù erano un tutt'uno. Infatti l'Agnello-Cristo-Gesù fu sacrificato nel luogo del Golgota, che significa luogo del cranio. E in quella primavera, il segno Ariete e la costellazione dell'Ariete COINCIDEVANO esattamente. Prima, nel periodo egizio, la primavera incominciava col sole nella costellazione del Toro, da qui l'adorazione del bue Api, Oggi, quinto periodo post-atlantico, il sole di primavera è fra la costellazione dei Pesci e quella dell'Acquario, ma si potrebbe dire che è già quasi entrato nella costellazione dell’Acquario (nel SEGNO dell’Acquario è già entrato, nella COSTELLAZIONE dell’Acquario entrerà tra il 2030 e il 2040. Ecco perché la mafia di tutti gli Stati del pianeta ha ancora poco tempo per scotomizzare il valore di questa scienza reale detta dei Re Magi.

Nel quarto periodo, quello greco-romano, i greci sistematizzarono le dodici costellazioni cosmiche nei 360 gradi del cerchio zodiacale e diedero ad ognuna un uguale arco di 30 gradi perché in quel periodo la precessione equinoziale, cioè il moto del sole secondo la direzione delle lancette dell'orologio sul cerchio zodiacale ed il moto antiorario dei segni relativi alle stagioni ed alla psicofisiologia umana, coincidevano esattamente. I greci fecero tale sistematizzazione tenendo conto del loro periodo, ed agirono correttamente. Una coincidenza di questo tipo fra cielo e terra era attesa dai tempi dei tempi ed era conosciuta, appunto, dai magi orientali. L'uomo del terzo millennio conoscerà che una ripetizione di tali condizioni, sia cosmiche che terrestri, è impossibile, così come è impossibile una seconda incarnazione del Cristo in un corpo umano.

Così considerata, la vita del Cristo Gesù appare come l'espressione terrestre di un determinato rapporto fra il cosmo ed il corpo umano.

La presenza di un malato a fianco del Cristo significa che questo infermo, grazie alla vicinanza del Cristo, si trovava in un rapporto col macrocosmo, tale da poter esplicare un'azione terapeutica su di lui.

NEL TERZO MILLENNIO SI SCOPRIRÀ SEMPRE PIÙ CHE TRA L'ASTROLOGIA TRADIZIONALE ODIERNA - che magari si oppone ai vangeli o alla loro comprensione scientifico-spirituale, o all'esoterismo in generale - E L'ASTROLOGIA SPIRITUALE INTESA COME CONTINUAZIONE DELL'OPERA DI GIORDANO BRUNO, VI È UNA STRAORDINARIA DIFFERENZA. Di essa scriverò nel prossimo articolo.

 

Post Scriptum

Così come i “fedeli” dei gesuiti incendiarono il primo Goetheanum di Steiner, distruggendolo, così come l’opera di denigrazione dell’opera omnia di Steiner procede ancora oggi e così come la mafia di Stato e/o il diritto di Stato (mafia intellettuale infiltrata nelle istituzioni italiane) ha assassinato molti esseri umani, allo stesso modo oggi assistiamo al grave rischio che l’ignoranza coatta dei “fedeli” di ogni sorta usi macchinosamente la calunnia per rallentare o per distruggere l’opera di Carbone & Cerullo, di per sé propedeutica al ripristino dello Stato di Diritto, come articolazione sana della tri-articolazione dei poteri dell’organismo sociale. 

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