Benvenuti nella pagina "Oriente e Occidente non sono nemici". In questa sezione del nostro sito, esploreremo l'importanza della cristianità e della pace pro e entro la connaturata tri-articolazione sociale. Confrontando le prospettive di Oriente e Occidente, si scopre un messaggio di unità e armonia.
Ciò può essere fatto esaminando secondo giudizio critico testi antichi e verità scientifiche e spirituali, dimostrando che la tradizione occidentale è la continuazione della tradizione orientale. Questo tema è fondamentale per promuovere la pace in tutto il pianeta e l'armonia tra le sue culture.
Questo argomento è di particolare interesse per studiosi e ricercatori nell'ambito dell'immateriale, che desiderano approfondire l'attività interiore dell'uomo e comprendere così il senso delle scienze antiche a partire dai periodi post-atlantici.
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Oggi si è indotti (da legionari contubernali e bellicisti, detti atlantisti) a credere che l'Oriente e l'Occidente siano nemici anche se il Vangelo di Luca dice il contrario, e cioè che la tradizione occidentale non è altro che la continuazione della tradizione orientale.
La tradizione orientale narra di un VECCHIO SAGGIO che ai tempi dell'infanzia del Gotama Budda si era presentato alla reggia del padre del Gotama Budda e con grande dispiacere perché la sua veggenza di saggio gli aveva predetto che quel bambinello sarebbe poi diventato il Budda, ma a quell'evento egli, in quanto oramai troppo avanzato negli anni, non avrebbe potuto essere presente. Così, dicendo queste cose al padre del futuro Budda, piangeva. Il suo nome era Asita.
La tradizione di Luca narra che agli inizi della nostra era lo Spirito Santo predisse ad un vegliardo sacerdote saggio e buono che non avrebbe visto la morte senza prima aver visto il Messia del Signore. Quando si verificò questo evento prese fra le braccia il bambino Gesù, che i genitori stavano portando al tempio per offrirlo al Signore in quanto primogenito, e pieno di spirito disse: "Ora lascia, o Signore, che il tuo servo vada in pace secondo la tua parola, perché i miei occhi han visto" (Lc 2,29-30). Quel saggio si chiamava Simeone.
Le due tradizioni, quella orientale del Budda e quella occidentale del Cristo, stanno qui come a confronto ma legate da un elemento comune: un vegliardo saggio e veggente. La tradizione occidentale in quanto continuazione della tradizione orientale è data da un fatto immateriale o sovrasensibile di una nuova fiducia insita nell’uomo OMINALE, cioè in te stesso (se ovviamente non ti consideri una bestia o un animale secondo il secolare insegnamento della “scienzah con l’acca”): ciò che nella tradizione orientale quel saggio non vede, è visto dal saggio della tradizione cristiana. Si potrebbe dire: ciò che la saggezza orientale non riesce a vedere è visto dalla saggezza occidentale. E ciòNON grazie ad una più alta saggezza ma per questioni temporali, biografiche e storiche.
Ed anche qui sorge una domanda: perché Oriente ed Occidente presentano proprio in questo modo la storia del saggio veggente? Qual è il rapporto fra l'individualità di Asita e quella di Simeone? La nostra fede può sorvolare su questo rapporto fra Oriente ed Occidente?
Questi interrogativi, quelli relativi alla comprensione di Gesù dodicenne che si occulta nel tempio tanto che i genitori credono di averlo smarrito e vanno a cercarlo, gli interrogativi sulla doppia genealogia di Gesù ed ancora molti altri interrogativi si pongono sempre di più alla fede degli esseri umani: vi è o non vi è una direzione immateriale dell'uomo e dell'umanità? Cosa sono in realtà i Vangeli? Come si può riconoscere il fatto che duemila anni fa il Cristo visse davvero sul nostro pianeta in un corpo umano? E come è possibile riconoscere ciò senza ricorrere ad alcun documento, proprio come si può riconoscere l'esattezza dei teoremi di Euclide e di Pitagora? Questo esige un nuovo modo di vedere: quello PINEALE, detto anche del terzo occhio e sarà il prossimo tema da sviluppare.
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