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Progetto Amigdala

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Nel 1988 creai la canzone AMIGDALA BLUES per informare dell’errore di Kant, detto “il giacobino”, il quale con la sua infame sentenza: “dovetti dunque annientare la conoscenza, per far posto alla fede (Prefazione di Kant alla 2ª edizione di “Critica della ragion pura”) sacrificò sull’altare dei dogmi, ogni logica intuitiva in nome del suo materialistico “bisogno” di credere nella rivelazione di un Dio corporeo percepibile nel roveto ardente mediante sensi materiali, dunque di un “dover essere” dell’uomo di fede dotato di senso dello Stato (Kant era favorevole alla ghigliottina di Stato, come qualsiasi legionario guerrafondaio). Ma nessuno capì, ovviamente la mia canzone e si disse che ero impazzito. Poi, nel 2011, durante il governo Monti, adattai il brano a questo video, per informare che tale governo era il risultato di quell’errore kantiano: il “dover essere” kantiano si era trasformato nell’essere del debito pubblico, ingiustamente appioppato al “contribuente”.

Oggi tutto è ulteriormente degenerato e in questa pericolosa e rischiosa situazione di guerra mondiale, urge rispiegare chi è "Gnu", l'uomo-bestia, cioè ogni uomo che non ne vuole sapere di andare a tempo con ciò che succede nel qui ed ora. Invece di osservare la natura, Gnu preferisce attenersi agli antichi libri, come facevano i retrivi del tardo Medio Evo. Si racconta che, invitato ad osservare un cadavere per persuadersi che i nervi non partono dal cuore - come aveva erroneamente creduto di leggere in Aristotele - ma dal cervello, rispose: "L'osservazione mi dimostra che la cosa sta veramente così, ma nei libri di Aristotele sta scritto il contrario, ed io credo ad Aristotele". Gnu è colui che nega A PRIORI oggetti di percezione se questi non sono comunicati negli antiquati libri del suo partito: non rendendosi conto che chi li scriveva non poteva percepirli in quanto ancora occultati nelle politiche del passato. Gnu sembra divertirsi a beccarsi continui schiaffoni dalle politiche del presente. Questa è la modernità e/o la postmodernità col suo pensiero debole, anzi talmente debole e malato che è oramai in avanzato stato di putrefazione. Eppure oggi, grazie alla rete, non sarebbe difficile percepire quelle cose che Gnu nega a PRIORI. Chi, per es., cercasse nel web le dinamiche del monetaggio, cioè della spesa tipografica di carta e inchiostro per la stampa dei soldi, ne scoprirebbe subito l'iniquità. Siamo in verità rimasti ai problemi irrisolti del nominalismo medioevale e la cosiddetta "moneta nominale" lo conferma. L'uomo animale della scienza di Stato, che allora chiamavo Gnu, continua a negare tutto questo ed, anzi, arriva perfino a negare l'AMIGDALA come base fisiologica ed evolutiva del potere del TERZO OCCHIO e della tecnica. Oggi, 2024, essendo IMBECILLE non può che avversare la tecnologia o perfino l'INTELLIGENZA ARTIFICIALE, usando magari il PC per farlo. L'uomo dal cervello fuso insegna nelle sQuole di Stato ai suoi simili l'ideologia kantiana del "dover essere" per sopravvivere in modo "libero" in questa valle di... lacrime.

Risposte esaustive a molte domande e quesiti riguardanti le varie fedi umane possono comunque ancora arrivare: NON dalla mera scienza storica o filologica o teologica, bensì da veggenza, grazie al cosiddetto terzo occhio. Cos’è? È l’“OCCHIO” che ogni uomo possiede anche fisiologicamente come ipofisi o amigdala o ghiandola pineale ma che oggi è QUASI DEL TUTTO CHIUSO, RATTRAPPITO COME UNA MANDORLA RINSECCHITA, anche se permetterebbe a tutti la Sophia (sapienza) dell’àntropos (uomo umano OMINALE, non animale), cioè una Scienza in grado di considerare NON SOLO l’aspetto materiale o sensibile delle cose, ma anche quello immateriale o sovrasensibile.

Con questi termini non intendo il mondo del paranormale (o del “soprannaturale miracolismo”, o “medjugorismo”, padrepiismo, spiritismo, ecc.). Tale mondo è del tutto altro da quello sovrasensibile qui inteso, ed al fine di evitare annoianti fraintendimenti occorre chiarire con esempi pratici questo NUOVO modo di vedere le cose di quel Regno, che Gesù, detto il Cristo, caratterizzò con le parole “Il mio Regno non è di questo mondo” (Giovanni 18,36).

1° ESEMPIO - IL CORPO FISICO. Quando giri per strade e negozi ed incontri gente, credi di vedere dei corpi fisici ma in realtà non è così. Vi è differenza fra un corpo fisico ed un corpo vivente. La gente che incontriamo è viva. Possiamo dire realmente di osservare un corpo fisico dirigendo il nostro sguardo NON su persone vive, bensì su cadaveri. IL CADAVERE È IL VERO CORPO FISICO DELL'UOMO. Io porto continuamente con me il mio cadavere impedendo, tramite le mie forze vitali, che si decomponga. Il mio cadavere, il mio corpo fisico, lo ho in comune col REGNO MINERALE.

2° ESEMPIO - IL CORPO VITALE. Se si osserva il tronco di un albero ci si accorge che il regno minerale si è trasformato, lì, in vegetale. Dentro la corteccia, bruna come la terra, il minerale dell'albero è ricco di vita, di acqua, elemento vitale per il nutrimento delle piante, e di forma. La forma dell'albero è data da quella sua forza di vivere che, pur essendo invisibile agli occhi fisici, pur tuttavia c’è. E questa vitalità è il corpo vitale del vivente. Quando osservi un tuo simile vivente, assisti costantemente alla lotta del suo corpo vitale, che impedisce al fisico di disgregarsi nel tempo: impedisce a quell’essere vivente di perdere la forma mediante decomposizione. Non ce ne accorgiamo ma è così: la nostra forma umana muta nel tempo a seconda della forma che diamo al nostro ordinario pensare. Le nostre forme-pensiero sono abitudini, abitudini di pensiero, che possono mutare e influire sul mutamento della nostra forma corporea. Un’equazione è qui necessaria alla comprensione: così come le forme statiche dei minerali e quelle germinanti dei vegetali sono differenti fra loro, allo stesso modo sono differenti fra loro lo scheletro umano dalla fiorente corporeità umana. Il corpo vitale di un uomo, i cui modi di fare (che provengono dalla sua forma mentis, cioè dalle sue forme-pensiero) siano antisociali, a lungo andare contrarrà dei debiti con la società. L'economia del cosmo farà allora in modo che prima o poi quei debiti in un modo o nell'altro saranno pagati. La capacità di perdonare, per es., un'offesa fattaci, libera anche il nostro corpo vitale da eventuali debiti, contratti con l'aver noi offeso qualcuno, magari anni prima coi nostri modi di fare. La nostra forma mentis, la nostra forma-pensiero, la nostra forma corporea che vive, i nostri modi di fare, i nostri atteggiamenti inconsci o subconsci, il modo in cui abbiamo, consapevoli o no, contratto debiti con l'economia della giustizia del cosmo, tutto ciò avviene in un mondo sovrasensibile, cioè immateriale, invisibile, etereo (molti comunque riescono naturalmente ad accorgersi di questi fatti occulti e li denunciano in procura, cfr. ad es., gli amici Francesco e Virginia). Così la forma della pianta è già presente nel seme, anche se non la si vede. E mentre abbiamo in comune il nostro corpo fisico con il regno minerale, il nostro corpo etereo lo abbiamo in comune col REGNO VEGETALE. Anche il tempo fa parte del mondo vitale o etereo, detto anche eterico.

TERZO ESEMPIO - IL CORPO IN MOVIMENTO. Col regno animale abbiamo in comune ciò che si muove, che si anima. Il corpo animico è il complesso di tutte le sensazioni, emozioni, desideri, tentazioni, che inducono a muoversi o a commuoversi o a reagire. Il movimento interiore ed esteriore, dalle massime altezze dei pianeti e degli astri fino alle profondità più inconsce del corpo eterico di ogni essere vivente, tutto ciò che si muove di moto proprio è anima: è il mondo astrale o mondo animico. Nell'uomo il corpo astrale o animico è dunque: moto interiore senziente, razionale-­irrazionale, cosciente-incosciente, e movimento delle membra, conscio o inconscio, armonico o disarmonico, nello spazio.

Mentre col primo esempio ho caratterizzato l'elemento fisico-sensibile dell'uomo e del cosmo, col secondo e col terzo esempio ho caratterizzato due elementi che di solito non sono considerati dalle scienze ordinarie: l'elemento vitale e l'elemento del movimento o astrale.

Procedendo in questo modo si possono dare risposte alle domande precedentemente poste (nelle precedenti pagine sulla fede).

Occorre dunque preparare in noi stessi quelle risposte seguendo l’unico maestro possibile oggi, 2024: l’io umano. Come prepararsi lo esporrà alla prossima “puntata”.

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